L'incubo di una 33enne: "Il mio stalker è tornato libero e ora mi perseguita"

L'uomo è stato condannato a 2 anni per atti persecutori e revenge porn. La vittima: "Dopo cinque mesi di carcere è di nuovo libero. Ho paura di trovarmelo sotto casa"

L'incubo di una 33enne: "Il mio stalker è tornato libero e ora mi perseguita"
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Non sono bastati 5 mesi di carcere, una condanna a 2 anni per atti persecutori e revenge porn a fermare lo staker di Maria (nome di fantasia), una 33enne originaria del Cremonese. Da quando l'ex compagno è tornato libertà, lo scorso 18 luglio, lei è precipitata in un incubo. "Cinque ore dopo la sentenza e di nuovo libero, è tornato a stalkerizzarmi. Ho paura di trovarmelo sotto casa, continuo a guardare fuori dalla finestra; ho paura che lui mi possa investire con l’auto. Il mio cervello ha fatto uno switch: lui è tornato ad essere il fulcro, il tormento delle mie giornate", racconta la donna in un'intervista al Corriere della Sera.

L'inizio dell'incubo

La fine della relazione coincide con l'inizio dell'incubo. Dopo due anni di convivenza e il progetto del matrimonio, Maria decide di lasciarlo "perché c’erano cose che non mi tornavano e i miei dubbi erano fondati, ma la storia l’avevo chiusa senza rancore". L'ex compagno, un fotografo professionista di 36 anni, non si rassegna alla rottura. Così inizia a perseguitarla: "Ho passato un anno a spostarmi da un posto all’altro, perché avevo paura di stare a casa mia - spiega la 33enne -. Ma lui mi trovava. Ho passato un anno a presentarmi alle forze dell’ordine del luogo in cui in quel momento mi trovavo e i risultati sono questi".

Le denunce e i messaggi di lui

Maria, sollecitata da amici e familiari, decide di denunciare l'ex per stalking. L'uomo viene arrestato lo scorso febbraio in esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del Tribunale di Cremona. La 33enne può finalmente tirare un sospiro di sollievo. Se non fosse che a luglio di quest'anno l'uomo, dopo una condanna a 2 anni per atti persecutori e revenge porn con la condizionale, viene rimesso in libertà. "Ha riacceso lo smartphone e subito ha cercato di ricontattarmi attraverso Instagram. - racconta lei - Ha riattivato tutti i miei vecchi profili, quelli dove pubblicava le mie foto intime. E ne ha creati di falsi. Ha ricominciato a ricontattare i miei amici, che sono increduli". Poi, spacciandosi per sua madre e per la sua ex moglie, le ha scritto un messaggio: "Non ti vergogni di quello che hai fatto?". E ancora: "Guarda il tuo c… ora 80 chili di una macchina che dice bugia. Adesso sei fottuta. Vorrei vedere la tua faccia idiota dopo che tu hai perso… Lui aveva ragione su tutto".

"A cosa è servito denunciare?

La 33enne ha cambiato due volte lavoro e città. "Eppure lui, da quando è tornato in libertà, - spiega - nel giro di due giorni ha saputo, perché lo ha scritto su un profilo, dove ero stata qualche giorno in vacanza con le mie amiche, ha scritto tutti i miei contatti privati, ha scritto dove attualmente lavoro. Non so come lo abbia saputo. Io sono riuscita a ricostruirmi una nuova vita, arrancando. E lui, invece, vuole tornarci dentro". Maria ha dovuto affrontare un lungo percorso di psicoterapia per potersi riprendere e, non con poca fatica, ha trovato il coraggio di denunciare.

Ora l'incubo è ricominciato: "Io ho fatto le cose per bene, la denuncia, al processo con il mio avvocato ho portato moltissime prove - conclude -. E poi succede questo? Succede che nel giro di cinque ore una persona può di nuovo rovinarmi la vita? A che cosa è servito?".

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