Sharon Verzeni, l'ultima frase e quel legame con l'assassino. Il compagno Ruocco di nuovo in caserma

Si continua a scavare nella vita privata della 33enne uccisa in strada a Terno d'Isola. Ieri sono stati sentiti dai carabinieri altri familiari e le colleghe del bar in cui lavorava

Sharon Verzeni, l'ultima frase e quel legame con l'assassino. Il compagno Ruocco di nuovo in caserma
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Si profila una svolta nelle indagini sull'omicidio di Sharon Verzeni, la 33enne uccisa in strada a Terno d'Isola, in provincia di Bergamo, la notte del 30 luglio scorso. Come anticipa La Stampa, in queste ore sarebbe tornata in auge la pista del legame sentimentale tra la vittima e l'assassino. Un'ipotesi che, per la verità, non era mai stata del tutto accantonata. Così come le altre prese in considerazione dagli investigatori che, da quasi tre settimane, stanno passando al setaccio la vita privata della vittima nel tentativo di risolvere il macabro giallo. Nella mattinata di oggi il fidanzato della giovane, Sergio Ruocco, che non è indagato, ha partecipato al sopralluogo dei carabinieri nella villetta dove viveva assieme alla compagna. Non è stato risentito dagli inquirenti. Durante l'ispezione sono stati prelevati pc e cellullari. E sempre questa mattina è stato riconvocato in caserma il papà di Sharon, Bruno Verzeni, ma non è chiaro se per un nuovo interrogatorio o per altri motivi.

L'ultima fase di Sharon: "Mi ha accoltellata"

A gettare ulteriori ombre sul delitto è l'ultima frase pronunciata da Sharon prima di accasciarsi al suolo in via Castegnate, la scena del crimine. "Mi ha accoltellata", avrebbe detto la 33enne nella telefonata delle 00.52 al 118. In un primo momento era sembrato che avesse usato il plurale - "Mi hanno accoltellata" - riferendosi all'aggressore. Una differenza che, secondo chi indaga, rafforza l'ipotesi di un eventuale legame tra la giovane e il misterioso killer. Come se la 33enne avesse riconosciuto l'assassino. Tuttavia non si può escludere che Sharon possa essersi espressa al singolare perché semplicemente ha guardato in volto l'omicida. O magari potrebbe essere stata una reazione dettata dalla paura e, dunque, priva di qualunque spiegazione. In ogni caso, si tratta di un'informazione da prendere con le pinze, visto che non c'è ancora uno scenario chiaro riguardo alla dinamica dell'aggressione mortale.

I sopralluoghi nella villetta

Nel frattempo i carabinieri continuano a raccogliere elementi e testimonianze che possano aggiungere ulteriori tessere all'intricato puzzle investigativo. Stamattina i Ris sono stati nuovamente nella villetta di via Mario Merelli 28 a Terno d'Isola, dove la 33enne viveva assieme al fidanzato. Il motivo del sopralluogo resta coperto dalle esigenze d'indagine. Ieri mattina c'è stata un'altra ispezione all'interno della casa, a cui avrebbe assistito anche il compagno della vittima, della durata di un paio di minuti o poco più. Il 37enne, precisano i carabinieri in una nota, "ha partecipato alle attività di indagine che richiedevano la sua presenza", ribadendo che la sua posizione non è cambiata.

Le colleghe sentite dai carabinieri

Quanto agli interrogatori, nella giornata di giovedì 22 agosto sono stati convocati nella sede del Comando provinciale dei Carabinieri di Bergamo i

dipendenti del bar "Vanilla Food" di Brembate, dove Sharon lavorava da circa un anno. Ad essere sentite sono state le colleghe della 33enne. Oggi pomeriggio, invece, è stata ascoltata dagli investigatori la titolare del locale.

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