Già al momento del suo arresto, avvenuto lo scorso novembre, aveva minacciato gli agenti della Guardia di finanza. E nelle scorse ore si è ripetuto anche in tribunale a Terni, minacciando il giudice e prendendo a calci e a pugni i poliziotti intervenuti per calmarlo. Protagonista della vicenda, resa nota dal Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria, è un giovane di 23 anni originario del Gambia già noto alle forze dell'ordine. Lo stesso che qualche mese fa finì in manette con l'accusa di spaccio di sostanze stupefacenti. Lo straniero è stato quindi prelevato dal penitenziario nel quale è detenuto per essere portato presso il palazzo di giustizia, in occasione della celebrazione di un'udienza. Il gambiano si sarebbe sin da subito mostrato aggressivo e preoccupato e a nulla sarebbero valse le parole del magistrato, che avrebbe tentato di rassicurarlo: sempre più fuori di sé, avrebbe presto iniziato ad inveire contro tutti i presenti, minacciandoli di morte.
E quando ha capito che sarebbe stato riportato in carcere, è stato bloccato a fatica dagli operatori: si è reso necessario un intervento di supporto dei carabinieri presenti nelle aule. L'uonmo non si sarebbe calmato tuttavia nemmeno durante il viaggio di ritorno: se la sarebbe infatti presa con due agenti della polizia penitenziaria, picchiandoli e causando loro una serie di contusioni. Alla fine il tribunale ha chiesto per il ventitreenne una relazione da parte dei vertici della casa circondariale, sulla base della quale decidere poi se disporre o meno una perizia psichiatrica sul suo conto. Intanto, il sindacato ha espresso solidarietà ai due aggrediti e ha posto l'accento sulle condizioni di lavoro del personale, ripercorrendo l'accaduto.
"Sono stati momenti di grande tensione e pericolo, gestiti però con grande coraggio e professionalità dai poliziotti penitenziari, che sono stati anche minacciati insultati e colpiti dal detenuto.
L’evento è stato particolarmente critico perché posto in essere in una aula di tribunale ma è stato gestito al meglio dalla polizia penitenziaria, che paga pesantemente in termini di stress e operatività questi gravi e continui episodi critici - ha commentato in una nota il segretario generale Donato Capece - ai colleghi contusi va la nostra vicinanza e solidarietà nonché un ringraziamento particolare per l’intervento che, incuranti di qualsiasi pericolo e nonostante le conseguenze riportate, ha permesso di bloccare il detenuto violento. La situazione nelle nostre carceri resta allarmante e la realtà è che i nostri poliziotti continuano ad essere aggrediti senza alcun motivo o ragione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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