"Maria Chindamo uccisa e data in pasto ai maiali". Arrestato il killer dopo 7 anni

Secondo la Dda di Catanzaro, chi ha ucciso la donna era interessato ai suoi terreni e avrebbe voluto vendicare il suicidio dell'ex marito Ferdinando Punturiero

"Maria Chindamo uccisa e data in pasto ai maiali". Arrestato il killer dopo 7 anni
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Nuova svolta nell’ambito dell’inchiesta Maestrale-Carthago, che mira a far luce su nomi e interessi della criminalità organizzata. Questa mattina sono state arrestate 84 persone in tutta Italia. Tra loro, compare anche Salvatore Ascone, 57 anni, che alcuni collaboratori di giustizia indicano come l’assassino di Maria Chindamo, l’imprenditrice 42enne, scomparsa dalla sua azienda agricola di Montalto di Limbadi, in provincia di Vibo Valentia, il 6 maggio 2016. Gli arrestati di oggi sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, omicidio, scambio elettorale politico mafioso, violazione della normativa sulle armi, traffico di stupefacenti, corruzione, estorsione, ricettazione, turbata libertà di incanti, illecita concorrenza con minaccia o violenza, trasferimento fraudolento di valori, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e altri reati, tutti aggravati dal “metodo mafioso”

Quanto ad Ascone, gli vengono contestati una serie di delitti, tra i quali la partecipazione all’associazione mafiosa riconducibile alla cosca Mancuso, reati in materia di armi e stupefacenti, estorsioni per l’accaparramento di fondi agricoli, nonché l’omicidio, in concorso con altre due persone, una deceduta e l'altra all'epoca dei fatti minorenne, di Maria Chindamo. Non è chiaro il movente. Forse la donna potrebbe essere stata punita per aver intrapreso una relazione con un altro uomo e lasciato il marito, poi suicidatosi, o perché gli Ascone, legati ai Mancuso, potrebbero essere stati interessati ai suoi terreni agricoli.

Quella mattina, poco dopo le 7, gli investigatori trovarono l’auto della donna con lo sportello aperto, il motore ancora acceso e chiazze di sangue intorno, ma di lei nessuna traccia. Salvatore Ascone, insieme al figlio Rocco, nel 2016 minorenne, sono stati gli unici indagati per la misteriosa scomparsa dell’imprenditrice. I due erano stati accusati di concorso in omicidio e ritenuti responsabili di aver manomesso le telecamere di sorveglianza della loro villetta, che dalla sera prima dell’omicidio avevano smesso di funzionare. I dispositivi avrebbero potuto riprendere gli ultimi istanti di vita della donna e far luce su questo caso di lupara bianca ancora irrisolto. Salvatore Ascone fu arrestato e poi prosciolto su sentenza della Cassazione, che aveva stabilito l’assenza di manomissioni alle telecamere, mentre per il figlio, all’epoca dei fatti minorenne, era stata chiesta l’archiviazione da parte del Tribunale per i minori.

Nel 2021, Emanuele Mancuso, ex rampollo dell’omonima famiglia di ‘ndranghetisti, aveva rivelato agli inquirenti tutto ciò che sapeva sull’uccisione di Maria Chindamo, e cioè, che era stata uccisa e poi data in pasto ai maiali, e di avere avuto queste informazioni da Rocco Ascone, figlio di Salvatore. “Rocco mi disse che in venti minuti i maiali si erano mangiati il corpo della donna e che avevano triturato i resti delle ossa con una fresa o con un trattore”, aveva detto l’erede della famiglia mafiosa. Lo scorso maggio la Dda di Catanzaro aveva stabilito che la donna fosse stata uccisa per mano mafiosa.

"Per fare comprendere la forza e il controllo del territorio sia dei locali di 'ndrangheta di Mileto che di quelli di Zungri è emerso che questi sono stati in grado di imporre ai panifici delle zone sotto il loro controllo il prezzo minimo del pane ovvero meno di 2,50 euro non si poteva scendere". Lo ha detto il procuratore Nicola Gratteri nella conferenza stampa, a Catanzaro, per illustrare i dettagli dell'operazione "Maestrale-Carthago".

"Questo dà la misura - ha aggiunto Gratteri - di come queste imprese mafiose controllavano qualsiasi attività economica, anche minima, anche di beni essenziali come può essere il pane" e i titolari delle attività "sottostavano a questa sorta di codice non scritto".

Quanto all'omicidio di Maria Chindamo, Gratteri ha detto: "Uccisa perché voleva essere libera", per poi aggiungere: "È una vicenda che ci ha impressionato, perché questa donna dopo il suicidio di suo marito, avvenuto un anno prima rispetto alla sua scomparsa, ha pensato di diventare imprenditrice, di curare gli interessi della terra, di curare i

figli e affrancarsi da quel modus operandi e quella mentalità mafiosa. Si era anche iscritta all'università ma non le è stata perdonata questa sua libertà, questa sua voglia di essere indipendente, di essere donna".

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