"Pronto a fare i nomi". Pietro Orlandi torna sulle frasi su Wojtyla

Pietro Orlandi si dice prontissimo ad andare dal procuratore di giustizia Alessandro Diddi e fare i nomi di chi ha fornito certe informazioni sull'ex papa Karol Wojtyla. Il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin: "Sorpresi non ci sia stata collaborazione. Noi vogliamo davvero chiarire"

"Pronto a fare i nomi". Pietro Orlandi torna sulle frasi su Wojtyla

Rimane accesa la polemica dopo le recenti affermazioni di Pietro Orlandi su Karol Wojtyla e sue presunte uscite segrete fuori dal Vaticano. Le dichiarazioni del fratello di Emanuela Orlandi, scomparsa il 7 maggio 1983 quando aveva solo 15 anni, hanno fatto letteralmente scalpore, tanto da spingere papa Bergoglio a pronunciare parole in difesa del suo predecessore.

"Su Wojtyla illazioni offensive", ha tuonato il pontefice. Orlandi, più che mai intenzionato a far luce su quanto accaduto alla sorella, non fa passi indietro, e si dice pronto a fare i nomi.

"Pronto a parlare"

Ospite, ancora una volta, della trasmissione DiMartedì, programma condotto da Giovanni Floris e in onda su La7, Pietro Orlandi ha affermato di non credere che le dure parole di papa Francesco fossero rivolte proprio a lui. "Il Papa non si rivolge a una persona piccola come me", ha dichiarato."Lui evidentemente faceva riferimento alle parole espresse da quel personaggio, Marcello Neroni, in merito a quell'audio famoso che è uscito. Lì ci sono veramente le offese, le accuse, a Karol Wojtyla".

Orlandi si è poi detto dispiaciuto per l'uscita molto dura fatta da lui nel corso di una precedente puntata di DiMartedì, ossia che Wojtyla, uscito "insieme a due monsignori polacchi, non andava certo a benedire le case". Resta, però, l'amarezza.

"Quanto ho sentito i giornali dire che non avevo fatto i nomi, che non mi ero prestato alla collaborazione, sono rimasto colpito", ha confessato. "Io pensavo si rifessero ai 28 nomi che ho rilasciato insieme a quel memoriale che avevano poi protocollato e tenuto. Invece poi ho capito che volevano sapere chi era effettivamente la persona che mi ha detto di Giovanni Paolo II... Io sono disponibilissimo ad andare da Diddi (Alessandro Diddi, promotore di Giustizia della Città del Vaticano, ndr) e chiarire questa situazione, e a fare i nomi di queste persone. Anche perché è una cosa che non riguarda l'inchiesta su Emanuela, riguarda un'altra cosa", ha aggiunto.

Parole che non coincidono, tuttavia, con quanto accaduto alcuni giorni fa. Chiamati per rivelare la fonte delle pesantissime e oltraggiose accuse a Giovanni Paolo II, Orlandi e il suo avvocato si erano appellati al segreto professionale.

Adesso, invece, l'uomo dichiara di non aver capito che il Vaticano si riferisse alle fonti dietro alle illazioni sull'ex papa Karol Wojtyla, e si dice pronto a fare i nomi.

"Ho dato tutto quello che avevo"

Pietro Orlandi ha quindi ribadito di aver consegnato al promotore di giustizia Alessandro Diddi tutto ciò di cui era in possesso dopo anni di ricerche. "Ho veramente sviscerato ogni situazione, abbiamo dato 28 nomi di persone che potrebbero essere a conoscenza di alcuni fatti, le famose chat e scambi di messaggi tra persone vicino al Papa", ha aggiunto.

La speranza è che le persone indicate vengano presto ascoltate. "In quelle 8 ore ho dato tutto quello che avevo, sarei rimasto anche di più", ha dichiarato il fratello di Emanuela Orlandi. "Ho trovato in Diddi, e nel suo gruppo, la massima disponibilità. Anche quando abbiamo ascoltato quel pessimo audio di Marcello Neroni. Per me è stata una prova durissima ascoltare le parole in quell'audio, ma era doveroso da parte mia farle ascoltare", ha precisato.

Le dichiarazioni di Parolin

Intervenuto a margine di un evento alla Camera dei Deputati, il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin ha ribadito la piena disponibilità da parte del Vaticano di fare chiarezza sulla vicenda di Emanuela. Chiarezza che deve essere fatta prima di tutto per la madre di Emanuela.

"Siamo molto sorpresi che non vi sia stata collaborazione perchè questo avevano chiesto: allora perchè adesso tirarsi indietro in maniera così brusca? Non capisco... Il nostro intento è quello di arrivare veramente a chiarire", ha dichiarato Parolin, riferendosi alla scelta di apporre il segreto professionale. "Ho visto che ci sono state anche critiche all'iniziativa del Papa", ha aggiunto.

"L'idea della Santa Sede è proprio quella di arrivare al chiarimento, vedere quello che è stato fatto nel passato sia da parte italiana che da parte vaticana e vedere se c'è qualcosa ancora che si può fare di più sempre con questo scopo", ha concluso.

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