"Illazioni offensive": lo scudo del Papa su Giovanni Paolo II sul caso Orlandi

Dopo il Regina Caeli, Francesco scende in campo per condannare le insinuazioni fatte sul suo predecessore polacco

"Illazioni offensive": lo scudo del Papa su Giovanni Paolo II sul caso Orlandi

Le insinuazioni sull'esistenza di un collegamento tra Giovanni Paolo II e la scomparsa di Emanuela Orlandi hanno indignato anche Francesco. Oggi il Pontefice argentino ha voluto far sentire la sua voce dopo il Regina Caeli in piazza San Pietro ed ha difeso a spada tratta il suo predecessore dalle incredibili affermazioni trasmesse martedì scorso in diretta nazionale nel programma DiMartedì.

Lo sdegno dei fedeli

Martedì scorso, nello studio del programma condotto da Giovanni Floris era stato trasmesso un audio - già andato in onda in passato - in cui un personaggio legato alla famigerata Banda della Magliana faceva un ritratto tanto riprovevole quanto irrealistico su Giovanni Paolo II, arrivando a far balenare una sua responsabilità morale nella scomparsa di Emanuela Orlandi. Il fratello della ragazza, ospite del programma, aveva poi aggiunto a questa registrazione delle voci ascoltate da presunti ambienti vaticano secondo cui "Wojtyla la sera se ne usciva con due suoi amici monsignori polacchi, (...) non andava certo a benedire le case". Parole gravissime che hanno indignato i fedeli di tutto il mondo e visto l'intervento risoluto dell'ex segretario storico del Papa polacco, il cardinale Stanisław Dziwisz che ha parlato di "accuse farneticanti e criminali".

La stoccata del Papa

Francesco non ha voluto essere da meno e, subito dopo il Regina Caeli in piazza San Pietro, ha detto la sua sulle polemiche dichiarandosi "certo di interpretare i sentimenti dei fedeli di tutto il mondo" e dunque rivolgendo "un pensiero grato alla memoria di San Giovanni Paolo II, in questi giorni oggetto di illazioni offensive e infondate". Le parole del Papa liquidano, dunque, la pista suggerita nel corso dell'incontro di martedì tra il promotore di giustizia vaticano, Alessandro Diddi e Pietro Orlandi. Quest'ultimo, infatti, aveva fatto capire nelle sue dichiarazine di aver portato la registrazione del criminale romano nella nota informativa consegnata al magistrato che ha aperto le indagini vaticane sulla scomparsa di sua sorella. Orlandi, però, subito dopo aver ascoltato le parole del Papa ha detto all'Adnkronos che "ha fatto bene a difendere Wojtyla" sostenendo però che le uniche accuse contro il santo polacco sono state fatte dall'ex esponente della malavita romana nell'audio incriminato. Quest'ultimo, però, risale ad anni fa, era già stato trasmesso in tv ed è stato portato al promotore di giustizia vaticano dallo stesso Orlandi, che poi in studio a La7 ha riportato in più anche il contenuto di voci sul Wojtyla che usciva di notte con due monsignori di cui che sembrerebbero non incluse nella registrazione.

Lo scontro

Dopo le polemiche scaturite dalle dichiarazioni su Wojtyla e l'editoriale del direttore dei media vaticani, Andrea Tornielli, ieri è andato in scena uno scontro aperto tra Pietro Orlandi e la sua legale con la comunicazione ufficiale della Santa Sede e con lo stesso Diddi. Il promotore di giustizia, infatti, ha confessato a LaPresse di essere "molto amareggiato dall’atteggiamento di Orlandi e del suo difensore" perchè "loro insistono che vogliono essere ascoltati e quando li sentiamo non ci dicono le cose". Diddi ha parlato di atteggiamento irritante ed il riferimento è proprio alle voci riportate su Giovanni Paolo II: convocando l'avvocato di Orlandi, Laura Sgrò, il promotore di giustizia ha chiesto di identificare la fonte delle insinuazioni. L'avvocato, però, avrebbe opposto il segreto professionale. Motivo per cui l'incontro è durato appena cinque minuti, al termine dei quali Diddi ha commentato con l'agenzia Agi l'accaduto dicendo che è "inspiegabile". Sgrò, dal canto suo, ha replicato sostenendo che "attaccare il segreto professionale è attaccare la libertà e la ricerca indipendente della verità".

Sul colloquio di ieri, l'avvocato è tornata oggi dicendo che il promotore di giustizia non gli avrebbe chiesto di Giovanni Paolo II.

"Non è mai stato nominato dal Promotore durante il nostro brevissimo colloquio - ha dichiarato Sgrò ad Adnkronos - non risulta nel verbale, non è mai stato oggetto di conversazione". L'avvocato ha inoltre aggiunto di non aver messo in discussione la santità.

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