Il sacco nero, il nastro, sette donne uccise in sette anni. L'ipotesi del serial killer dei boschi

Gli omicidi sono avvenuti nei boschi tra le province di Como e Lecco dal 2004 al 2011. Tutti i casi sono rimasti irrisolti

Il sacco nero, il nastro, sette donne uccise in sette anni. L'ipotesi del serial killer dei boschi
00:00 00:00

Ci sono delitti imperfetti e poi quelli "a pista fredda", i cosiddetti cold case. E questi ultimi danno molti più grattacapi dei primi agli inquirenti, anche quando si collocano in tempi relativamente recenti. Come il caso delle sette donne uccise nei boschi tra le province di Como e Lecco dal 2004 al 2011. Tutti omicidi rimasti irrisolti, ovvero senza colpevoli. Ammesso e non concesso che i responsabili siano più di uno. Perché, come riporta il Corriere della Sera, c'è la possibilità che dietro questo lento e silenzioso massacro si celi la mano di un serial killer. O almeno, questa sarebbe l'ipotesi del criminologo Franco Posa che, assieme al suo team di collaboratori, sta cercando di risolvere il misterioso e macabro giallo.

Le donne uccise

Sette è il numero che ricorre in questa storia di cronaca nera. Alcune delle ragazze uccise - tutte straniere - sostavano di notte lungo le strade periferiche che collegano la provincia comasca a quella lecchese. Belle, giovanissime e accomunate tra un tragico destino. Il primo cadavere - mai identificato - fu trovato all'interno di un sacco nero della spazzatura a gennaio 2004 nei boschi di Valbrano, in provincia di Como. Stessa sorte per la donna rinvenuta senza vita a Malgrate, a pochi chilometri da Lecco, nel 2010. E dell'altra individuata a Cernobbio, sempre nel lecchese, nel 2011. Corpi martoriati, massacrati a suon di pugni e calci. In precedenza furono rinvenuti i resti della 18enne romena Luminita e della connazionale di 20 anni Ionela. Poi fu la volta della 33enne nigeriana Evelin e infine di Silvia, una 25enne moldava.

Le analogie e l'ipotesi del serial killer

A dieci anni dall'ultimo inenarrabile scempio, si fa strada l'ipotesi di un serial killer. Almeno in tre casi, come riporta ancora il Corriere, i sacchi vennero chiusi con un nastro di colore grigio che riportava la scritta di una nota casa motociclistica. Non solo. Sembrerebbe esserci una continuità geografica tra i delitti: sarebbero stati compiuti in un raggio di 20 chilometri l'uno dall'altro. Un caso? Difficile che si tratti solo di una suggestione.

Gli inquirenti dell'epoca avevano ipotizzato una faida tra bande rivali di aguzzini che si sarebbero rivalsi sui rispettivi avversari sacrificando il corpo di giovani donne. In ogni caso, vittime innocenti di un massacro che grida ancora verità e giustizia.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica