I punti chiave
In un tema su Giulia Cecchettin, la 22enne di Vigonovo uccisa da Filippo Turetta, aveva messo nero su bianco tutto quello che non era riuscita a raccontare a voce, ovvero che l'ex fidanzato l'avrebbe perseguitata e minacciata. Non solo. La studentessa di 16 anni ha detto anche di essere stata costretta a subire un rapporto sessuale non consenziente. Quanto basta per mettere in allarme i prof di una scuola in provincia di Latina, dove si è verificata la vicenda, e segnalare l'accaduto alle forze dell'ordine. Il giovane, coetano della ragazza, è stato arrestato con l'accusa di violenza sessuale e atti persecutori. Addebiti che però lui respinge precisando, scrive Il Messagero, che si trattava di "semplice gelosia".
Il tema su Giulia Cecchettin
Stando a quanto apprende il quotidiano romano, la ragazza avrebbe esternato il suo stato d'animo all'indomani dell'omicidio di Giulia. Lo ha fatto in una verifica in classe che forse, se le accuse troveranno riscontro, potrebbe essere stata la sua salvezza. Parlando in terza persona, la studentessa ha scritto nel tema che "l'amore è cosa ben diversa dall'essere pedinata, minacciata e costretta a subire atti sessuali contro la propria volontà e immortalati in un video con un telefonino". Una inequivocabile richiesta d'aiuto che la professoressa d'italiano ha colto immediatamente, sottoponendo il compito alla preside. Dopodiché è stato chiesto l'intervento della psicologa d'istituto e sono stati informati i genitori. A quel punto la giovane ha trovato il coraggio di confidarsi coi familiari, che l'hanno aiutata a denuciare l'ex fidanzato.
La versione dell'ex fidanzato
Per il 16enne è scattata la misura cautelare con l'obbligo di dimora a casa. Ieri mattina, davanti al giudice per le indagini preliminari, il ragazzo ha fornito la sua versione. Il giovane ha respinto le accuse, negando in particolare l'episodio dei presunti abusi. Inoltre ha spiegato che erano "fidanzati in casa" dall'aprile del 2022 e la sua era "semplice gelosia". Di tutt'altro avviso la procura, che contesta all'indagato i reati di violenza sessuale e atti persecutori.
Il legale del giovane, l'avvocato Massimo Signore, ha chiesto la revoca della misura cautelare, sostenendo che i lividi e le contusioni evidenziati dalla vittima sarebbero attribuibili agli allenamenti di kickboxing. Alla richiesta sono stati allegati anche video e foto. Il gip si è riservato sulla decisione.
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