"Quella sostanza misteriosa che può dirci cosa è accaduto a Liliana Resinovich"

Data della morte, modalità della morte e 8-idrossi-chinolina: nel giallo della triestina c'è molto da vagliare. Ne parla l'esperta Paola Calabrese

"Quella sostanza misteriosa che può dirci cosa è accaduto a Liliana Resinovich"

Da quando è stata riaperta l’inchiesta sulla morte di Liliana Resinovich, non si placano le perplessità relative alle prime indagini, che hanno lasciato nell’opinione pubblica molti interrogativi. Resinovich scomparve da Trieste la mattina del 14 dicembre 2021, per poi essere ritrovata cadavere tre settimane più tardi nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico triestino. L’autopsia ha stabilito che la donna dovrebbe essere morta per scompenso cardiaco a ridosso della data di ritrovamento. Il corpo era avvolto in sacchi neri, con due sacchi per la spesa intorno alla testa, tenuti da un cordino lasso: nessuna impronta però è stata trovata, neppure quelle della stessa Resinovich. Nell’organismo sono state trovate tracce di una sostanza misteriosa, l’8-idrossi-chinolina. Le prime indagini sono durate oltre un anno, dopo di che è stata chiesta l’archiviazione per suicidio. Ma l’opinione pubblica non crede al suicidio, e i famigliari - il marito Sebastiano Visintin, il fratello Sergio e la nipote Veronica Resinovich - hanno presentato opposizione all’archiviazione le indagini sono state riaperte. Al momento si sa che si sta tornando su molti dettagli esaminati dalle prime indagini e alcune persone sono state attenzionate dagli inquirenti, tra cui Visintin e il sedicente amante, Claudio Sterpin. Paola Calabrese, docente di chimica, farmacologa e youtuber per il proprio canale Giallo & Nero i colori del crimine ne ha parlato con ilGiornale.it.

Dottoressa Calabrese, cos’è l’8-idrossi-chinolina?

“È una sostanza che è stata rilevata in tracce nel corpo di Liliana. La perizia mi colpì subito, perché è una sostanza che normalmente non ci dovrebbe essere nel corpo umano, è particolare ed è difficile da reperire. Di base si trova in prodotti per la cosmesi o antifungini, veniva utilizzata come agrofarmaco ma è stata tolta dal commercio e ora si può richiedere solo con partita Iva. Per cui mi chiedo: possibile che esista una ricevuta, una tracciabilità per essa? Ci dovrebbe essere”.

E poi?

“Torniamo un attimo sui prodotti per la cosmesi: l’8-idrossi-chinolina è contenuta in creme depilatorie, acqua ossigenata e creme per le scottature. Viene smaltita entro 24 ore, massimo 36. Ho escluso tantissime possibilità: a casa di Liliana non c’erano creme per scottature, così come la sostanza non potrebbe essere stata acquistata come farmaco per le piante perché ci vuole la partita Iva. In merito alle creme depilatorie, è difficile immaginare che Liliana utilizzasse questo tipo di prodotti, perché lei era rigorosa e attenta a evitare sostanze sintetiche e farmaci. Tra l’altro le creme depilatorie presentano diverse avvertenze e controindicazioni. Per esempio non si può usare la crema depilatoria e poi andare in piscina o in sauna, cosa che lei doveva fare il giorno dopo essersi depilata”.

Cosa potrebbe dire del giallo l’8-idrossi-chinolina?

“Secondo me, per esempio, dove Liliana potrebbe essere stata tenuta. Io ipotizzo che Liliana sia morta il 14 dicembre, non per suicidio ma per mano di qualcuno che, prima di portarne il corpo nel boschetto, l’abbia tenuta da qualche parte. Probabilmente Liliana è stata tenuta vicino a quella sostanza: se è così, la sostanza magari è stata richiesta da qualcuno che aveva una piccola attività che ne richiedesse l’utilizzo. Sarebbe quindi interessante andare a vedere chi potrebbe usare l’8-idrossi-chinolina: non è qualcosa che io o lei possiamo avere in casa”.

Perché può essere così importante risalire alla data della morte?

“La data della morte potrebbe aiutarci a capire se si tratta di suicidio oppure no. Parlando per ipotesi, poniamo che lei sia morta il 14 dicembre. Se Liliana fosse morta in quella data, e quindi si fosse diretta nel boschetto in quella data per suicidarsi, il corpo avrebbe dovuto essere in un altro stato di decomposizione e le persone che frequentano per lavoro o vivono nella zona se ne sarebbero accorte molto prima per l’odore e per l’arrivo di animali selvatici. Questa ipotesi quindi si può scartare”.

Il ritrovamento del corpo di Liliana Resinovich

E allora come sarebbe morta il 14 dicembre, sempre ragionando per ipotesi?

“È molto più plausibile, a mio avviso che sì, Liliana sia morta quel giorno, ma il suo cadavere sia stato spostato. Il corpo era tuttavia ben conservato, il che mi fa supporre lo spostamento e la conservazione in un frigo. Tutto questo ci fa pensare che non si sia suicidata. Ma si può valutare anche un’altra ipotesi, e cioè che lei non sia morta né il 14, ma pochi giorni prima del ritrovamento. Questa ipotesi non è compatibile con le mie idee. Che qualcuno l’abbia tenuta da qualche parte e che lei poi sia scappata, o lasciata andare, per morire nel boschetto lo ritengo improbabile”.

È più plausibile che Resinovich si sia suicidata, sia morta per un malore a seguito di una colluttazione o sia stata uccisa?

“Per me, è stata una colluttazione seguita dalla morte. Non credo che chi era con lei, e l’ha aggredita, volesse ucciderla. Credo fosse una persona molto arrabbiata e dall’aggressione verbale è passata a quella fisica. E potrebbe esserle venuto in quel momento lo scompenso cardiaco che figura nell’autopsia, ma potrebbe essere accaduto anche uno svenimento importante durante l’aggressione, e l’altra persona potrebbe non essersi resa conto di un battito presente anche se debolissimo, quindi Liliana non sarebbe stata soccorsa e sarebbe morta”.

Che cosa ne pensa dell’ipotesi del congelamento?

“Potrebbe essere stato un frigo con una temperatura tenuta tra 0 e 2°C. L’ipotesi del congelamento non è da escludere, dato che gli inquirenti stanno lavorando su enzimi - che prendono l’acronimo di Shad - che si trovano nel tessuto muscolare e potrebbero dare risposte sul congelamento. Ma è qualcosa al momento ancora al vaglio”.

Paola Calabrese
Paola Calabrese

Cosa ci dice degli insetti intorno al corpo?

“Vicino al suo corpo sono state trovate delle formiche morte. Mi sono chiesta: come sono morte? Sono venute a contatto con l’8-idrossi-chinolina?”.

Cosa ci dice l’assenza di impronte? Le impronte possono essere lavate via con la pioggia?

“Le impronte non si lavano con la pioggia, perché hanno del grasso e possono essere eliminate solo con una sostanza lipofila, che scioglie il grasso. I chimici dicono: il simile scioglie il simile. Quindi la pioggia non può lavare le impronte digitali perché la base delle impronte è la lipofilia”.

Quindi potrebbe aver agito qualcuno che indossava guanti in lattice, che molti avevano in casa durante la pandemia?

“Potrebbe essere stato questo, sì”.

In uno dei suoi video ha criticato aspramente il gossip. Non crede che abbia tenuto alta l’attenzione per la sensibilizzazione sull’opinione pubblica verso la ricerca della verità?

“Attenzione sì, sensibilizzazione no. Credo che il gossip, di per sé, sia qualcosa di molto superficiale.

Non risveglia la coscienza dell’opinione pubblica, risveglia la curiosità. Temo che il gossip in senso stretto abbia orientato la gente a chiedersi della situazione sentimentale di Liliana, non a desiderare la verità sulla morte”.

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