"Sequestrate le foto di Emanuela". Cos'è successo al sit in per la Orlandi

Il fatto raccontato sui social dal fratello Pietro: “Hanno aperto gli zaini e sequestrato le foto di Emanuela. Le hanno restituite fuori dalla Basilica”

"Sequestrate le foto di Emanuela". Cos'è successo al sit in per la Orlandi
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In tanti sono accorsi da tutta Italia: come ogni anno, anche questo 18 gennaio, si è svolto il sit in di sensibilizzazione sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, nei giorni a ridosso del suo compleanno, essendo nata il 14 gennaio 1968. La 15enne cittadina vaticana manca dal 22 giugno 1983, quando fu presumibilmente rapita in circostanze che ancora non hanno trovato una verità ma solo tante piste investigative.

Al sit in, come detto, hanno presenziato moltissime persone - tra cui i parenti di altri scomparsi, come Mirella Gregori e Alessandro Venturelli - e gli attivisti avevano con sé, com’è d’abitudine nei casi di persone scomparse, le fotografie di chi viene cercato, a volte per anni, nello specifico quella di Emanuela Orlandi, uno scatto molto celebre in cui indossa la fascetta della Roma, essendo grande tifosa di quella squadra.

La manifestazione è proceduta senza intoppi, ma il giorno dopo è accaduto qualcosa di inaspettato. “Incredibile-sabato delle persone sono venute a Roma con delle foto di Emanuela per partecipare al sit in e dare, come nei precedenti incontri, la loro solidarietà”, esordisce Pietro Orlandi in un aggiornamento su Facebook. Stando al racconto dell’uomo, gli attivisti e le attiviste da tutto il Belpaese si sarebbero fermate per ammirare le bellezze di Roma.

La mattina seguente - prosegue Pietro Orlandi - prima di ripartire decidono di visitare la basilica di Santa Maria Maggiore, avevano lo zainetto con all’interno le foto utilizzate al sit-in. Come è ormai prassi, in questo periodo, vengono ispezionate le borse di chi vuole accedere alla Basilica . Aprono e non trovano pistole, bombe a mano o coltelli, ma peggio, trovano le foto di Emanuela che immediatamente vengono sequestrate e tenute fuori dalla Basilica, solo in questo modo fu permesso alle persone di entrare”.

Il caso insolito ha generato l’indignazione del fratello della scomparsa, un uomo che si batte da sempre per cercare la verità sul destino della sorella: “È assurdo ma Emanuela o meglio la foto di Emanuela è dovuta restare fuori, è rimasta sequestrata fuori dalla Basilica”. La restituzione delle immagini è avvenuta solo in un secondo momento: “All’uscita le foto sono state restituite le foto le proprietarie ma sono state fatte accompagnare a una uscita secondaria.

Siamo arrivati a questo punto, povera Emanuela, non c’è fine alla vergogna, penso che qualcuno dovrà scusarsi”. La chiosa di Pietro Orlandi è lapidaria: “Al sit in c’era uno striscione con scritto ‘Chi ha paura di Emanuela?’. Credo siano in tanti”.

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