Era stato notato su una panchina da una volante della polizia, mentre insultava senza apparente motivo i passanti. E dopo esser stato avvicinato per un controllo di routine, avrebbe insultato anche gli agenti. "Siete razzisti" avrebbe detto loro, per poi aggredirli in un secondo momento. Protagonista della vicenda che arriva da Lucca è un uomo di 33 anni originario della Nigeria (risultato poi irregolare sul territorio nazionale) condannato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale e danneggiamento. E nelle scorse ore, a seguito del decreto d'espulsione firmato dal prefetto, il questore ha disposto nei suoi confronti l'ordine di accompagnamento al Cpr di Milano. Stando a quanto si legge in una nota pubblicata dalla polizia, tutto sarebbe iniziato due sere fa: gli operatori, passando da una piazza non distante dal centro storico della città toscana, non hanno potuto fare a meno di notare il trentatreenne seduto su una panca.
La ricostruzione dei fatti
L'extracomunitario, apparso fin da subito in evidente stato di alterazione, stava prendendo a male parole qualunque persona gli capitasse a tiro. Un atteggiamento che ha presto insospettito gli esponenti delle forze dell'ordine, i quali si sono avvicinati allo straniero chiedendogli la cortesia di esibire i documenti. Una richiesta che quest'ultimo non aveva alcuna intenzione di esaudire, a quanto pare. Non solo: sempre più in preda all'ira, avrebbe rivolto agli interlocutori una serie di parole offensive nei confronti dell'Italia e degli stessi poliziotti, che sulla base di quanto riportato nel comunicato avrebbe definito "ladri, razzisti e bianchi animali". Il tutto sarebbe avvenuto davanti agli occhi attoniti di qualche passante. Per evitare che la situazione degenerasse ulteriormente, il nigeriano è stato quindi condotto in questura per espletare gli accertamenti di rito. Un'operazione che ha consentito di appurare come l'uomo fosse peraltro privo di permesso di soggiorno.
La reazione a suon di calci e pugni
Il peggio non era però ancora arrivato: quando il clandestino ha capito che gli agenti stavano avviando le procedure per l'espulsione, ha definitivamente dato in escandescenze. In un climax ascendente di violenza: prima ha scagliato sul pavimento con forza il cellulare con il quale stava contattando un avvocato, poi ha tentato di darsi alla fuga. Nel tentativo di fuggire, ha preso a spallate la porta dell'ufficio in cui lo stavano interrogando, mandandone in frantumi la vetrata. E per finire ha aggredito anche i poliziotti intervenuti per calmarlo, prendendoli a calci e pugni.
A quel punto, gli agenti si sono visti costretti ad arrestarlo, mettendolo a disposizione dell'autorità giudiziaria. Processato per direttissima, è stato condannato a quattro mesi di reclusione con sospensione della pena. E a questo punto, sarà espulso dal Paese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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