Si tratta di un personaggio il cui nome è balzato agli "onori" della cronaca per uno dei delitti più efferati che il nostro Paese ricordi: l'orrore del massacro del Circeo del settembre 1975 rivive in "Io sono l'uomo nero", libro che si pone l'obiettivo di ricostruire la figura di Angelo Izzo attraverso i suoi crimini e le sue perversioni.
Il libro
Il sottotitolo chiarisce la volontà dell'autrice, la giornalista Ilaria Amenta, di spaziare nel terreno spinoso dei delitti di Izzo fino a entrare negli anfratti più reconditi della personalità del protagonista. In "Io sono l'uomo nero: Dal Circeo a Ferrazzano, la storia mai raccontata di Angelo Izzo e dei suoi crimini", in uscita domani con RaiLibri, Amenta da voce a un uomo che oggi "ha 67 anni, è entrato in carcere a 20 per scontare il primo ergastolo, quello per il massacro del Circeo, e in cella sta ancora scontando la condanna al secondo ergastolo, per il delitto di Ferrazzano".
Il richiamo alla violenza sembra quasi essere innato, un male "dentro di lui dalla nascita" che lo porta a condurre un'esistenza fuori dalla consuetudine. Tanto che, rivolgendosi idealmente al padre, Izzo così scrive:"Io in tutta la mia vita non conoscerò mai un'esistenza borghese: non riesco nemmeno a concepire la normalità". Il primo strappo a questa "normalità" avviene fin dai tempi del cattolicissimo liceo San Leone Magno, anni durante i quali decide di aderire all'ideologia di estrema destra. Un'inclinazione poco politica ma più connessa all'attrazione per le violenze del nazismo, da cui era attratto, pur non accettando le figure di Hitler e Mussolini perché ritenuti entrambi "troppo populisti".
Le violenze
All'interno di quel mondo borghese si inseriscono "i Drughi pariolini", nome che richiama chiaramente il celebre film cult "Arancia Meccanica" di Stanley Kubrick, vale a dire, spiega Ilaria Amenta, "la sua banda, il suo gruppo di amici e di amiche, di fratelli e sorelle, di quella Roma anni Settanta divisa tra le ideologie di destra e di sinistra, tra le Brigate Rosse e i Nar". Tutti ragazzi di buona famiglia, benestanti e annoiati, autori di furti e rapine che consideravano le donne alla stregua di schiave sessuali. Quel mondo lo spiega bene lo stesso Izzo: "Gli stupri per lungo tempo furono per alcuni di noi una specie di hobby cui ci dedicavamo con una frequenza diciamo settimanale".
Un anno e mezzo prima del Circeo arriva le prime violenze sessuali: si tratta della sedicenne A.B. e della coetanea E.C.che Izzo così minacciò:"Ci devi dare tutto, se no ti uccidiamo". Al 1975 risale la brutale violenza ai danni di Rossella Corazzin, rapita da una quindicina di membri del gruppo. "Una vergine diciassettenne per 'iniziare' una decina di fratelli alla Rosa Rossa, con un rito di sesso e di sangue, per poi sacrificarla", racconta Izzo
Racconti effettuati con una naturalezza disarmante, dalla quale non traspare
mai neppure l'ombra del pentimento. È lo stesso assassino a dirlo: "Avevo pure collaborato con la giustizia, ma l'ho fatto per uscire, per poi tornare a commettere reati di fuori. Non ho mai voluto fare altro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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