Vittime del clima… E della superficialità

La natura è piena di pericoli, non va data sempre la colpa al cambiamento climatico

Vittime del clima… E della superficialità
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Caro Direttore Feltri,
ci risiamo. Dopo la tragedia sul Natisone, dove hanno perso la vita tre ragazzi, sabato scorso, nel primo pomeriggio, stavolta lungo il fiume Brenta, nei pressi di Padova, due giovani, mentre attraversavano il fiume, sono stati travolti dalla corrente. E se la sono vista parecchio brutta. Insomma, hanno rischiato di morire. Soltanto per miracolo i due sono stati tratti sani e salvi dalle acque. Questo grazie all'intervento dei vigili del fuoco, degli alpini, dei carabinieri e di un elicottero con i sommozzatori a bordo, partito da Venezia.
Forse, a causa del cambiamento climatico, assisteremo sempre più spesso ad eventi simili e qualche volta non andrà tanto bene.
Lei cosa ne pensa?
Serafino Bianchi

Caro Serafino,
ovviamente è facile dare sempre la colpa al cambiamento climatico, diventato oramai capro espiatorio di politici incompetenti e negligenti e anche di gente senza cervello, la quale, sfidando la natura e pure la sorte, si avventura in situazioni di evidente pericolo mettendo a rischio la propria pelle e altresì costringendo la collettività a questo dispiegamento di forze e mezzi che potrebbero essere utili in altro modo e altrove. Peraltro, tali interventi hanno costi economici altissimi. Quindi, considerato che, adottando un minimo di prudenza, si eviterebbe a monte di ritrovarsi in balia di un fiume o di un torrente in piena, si tratta di uno spreco di denaro pubblico determinato dalla leggerezza e dalla stupidità di taluni individui. Ci dispiace per i morti. Ci mancherebbe. Ma sarebbe il caso di specificare che di frequente le persone se la vanno a cercare, non sono vittime del clima impazzito bensì della propria superficialità. Ma ti pare che un fiume si attraversa a nuoto? O che una scampagnata si faccia sul letto di un torrente mentre piove?

Il cretino di turno non manca mai. Ricordo cosa accadde lo scorso agosto: quattro escursionisti scalarono la montagna fino a duemila metri calzando sandali di gomma come se fossero in spiaggia. Idiozia che comportò l'intervento del Soccorso Alpino, che andò a recuperarli con l'elicottero in quanto restarono bloccati lungo un tratto franato, dal momento che con le calzature inappropriate era un continuo scivolare con il rischio di sfracellarsi. Cose come questa avvengono spesso.

Sia chiaro: esiste pure la libertà di essere imbecilli, ma non a spese nostre, grazie. Anche per questo le spese dell'elisoccorso sono a carico di chi lo chiama.

Ad ogni modo, è sempre la stessa storia: manca il senso di responsabilizzazione che dovrebbe indurre le persone, giovanissimi inclusi, a valutare le condizioni di pericolo evitandole, tutelandosi.

Non serve avere un quoziente intellettivo al di sopra della media per comprendere che gettarsi nel fiume o nel lago, tanto più con le intemperie, può condurre alla morte, o che le infradito si indossano in riva al mare e non per fare trekking in alta montagna.

Questi baldi giovanotti facciano il bagno in piscina o passeggino sul bagnasciuga.

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