Fece scandalo questa estate l'uscita del sindaco di Pimonte, Michele Palummo, che nel parlare di quanto avvenuto a una ragazzina di quindici anni del suo Comune, vittima di uno stupro perpetrato da dodici coetanei, tra cui il "fidanzatino", definì i fatti una "bambinata".
Palummo, primo cittadino di un borgo di seimila anime tra Castellammare e la costiera amalfitana, aveva commentato i fatti in un'intervista a La7 (guarda il video), andata in onda a L'aria che tira il 3 luglio, liquidando in poche parole quanto avvenuto a Pimonte. "È successo, ma è un fatto isolato. Sono tutti minori".
Oramai è passato", aveva detto ai microfoni della televisione, aggiungendo che a suo parere, "forse", i responsabili dello stupro se ne erano poi pentiti. Mentre la ragazzina e la sua famiglia si trasferivano in Germania dopo quanto accaduto.
Quelle parole non sono però passate inosservate e l'Associazione Maison Antigone ha raccolto 46mila firme per chiedere che ora il sindaco di Pimonte dia le dimissioni. Firme che hanno poi consegnato al presidente della Camera, Laura Boldrini. "46.
000 persone sono con noi in questa battaglia e credono che una dichiarazione simile non possa essere sostenibile", dice Michela Nacca, presidente dell'associazione.A Pimonte aprirà uno sportello anti-violenza, ha annunciato l'assessore regionale Chiara Marciani. Ma intanto in molto chiedono che si prenda una decisione drastica.
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