"Addio alle nostre coste nel 2060"

Addio alle coste nel 2060. A sostenerlo è un allarme lanciato dai Verdi che denunciano la speculazione sui nostri litorali

"Addio alle nostre coste nel 2060"

Addio alle coste nel 2060. A sostenerlo è un allarme lanciato dai Verdi che denunciano la speculazione sui nostri litorali. "Con il ritmo di speculazione attuale, nel 2060 non ci saranno più coste da proteggere perché saranno tutte cementificate", spiega il coordinatore dei Verdi Angelo Bonelli. Secondo i dati diffusi dall'Ispra e dall'Unep quelle italiane sono tra le coste più cementificate d'Europa con 192 milioni di metri quadri di spiagge occupate dagli stabilimenti balneari. Sul 75,4% delle coste italiane sono presenti coperture artificiali, e come se non bastasse, secondo i dati Ispra, ben un terzo delle nostre spiagge è interessato da fenomeni erosivi in espansione. E in questo quadro va sottolineato come spesso il fenomeno mafioso entri in contatto proprio con la speculazione edilizia sulle coste. Di fatto solo negli ultimi 5 anni sono stati sequestrati alla mafia cirac 110 stabilimenti balneari. Questo tipo di attività permette un riciclo del denaro da parte di famiglie di Cosa Nostra e clan. A questo fattore va anche aggiunta la redditività delle entrate con questo tipo di affari: ad esempio una cabina viene affittata da un minimo di 1500 euro a un massimo di 3000 per l'intera stagione.

Il tutto genera guadagni facili: bastano 100 cabine per ottenere un incasso di 300mila euro. Per i canoni di concessione lo Stato, rileva il dossier, incassa al massimo un centinaio di milioni di euro l'anno mentre il fatturato degli stabilimenti balneari si aggira intorno ai 10 miliardi di euro.

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