Affare Brontos, "Nessuna truffa". Prosciolti i manager di Unicredit

Il caso si è chiuso col proscioglimento di 19 imputati. L'ex Ad di Unicredit Profumo: "Ho sempre creduto nella giustizia"

Affare Brontos, "Nessuna truffa". Prosciolti i manager di Unicredit

Finisce in una bolla di sapone il caso "Brontos", la presunta frode fiscale costruita su strumenti finanziari complessi che sarebbe stata messa in atto dai manager Unicredit con il sostegno di quelli di Barclays. Il giudice dell'udienza preliminare di Roma Maria Grazia Giammarinaro ha prosciolto tutte le persone coinvolte perché "il fatto non sussiste". Si tratta di 16 manager di Unicredit, tra cui l’ex amministratore delegato Alessandro Profumo, e 3 di Barclays. Tutti rispondevano a vario titolo di una presunta frode fiscale che sarebbe stata realizzata tra il 2007 e il 2009, attraverso un’operazione di finanza strutturata chiamata Brontos dal valore di oltre 3 miliardi di euro.

Si dice soddisfatto Profumo: "Ho sempre avuto fiducia nella giustizia".

Il procedimento era stato avviato a Milano, per poi essere trasferito a Bologna prima e a Roma poi, per problemi legati all'incompetenza territoriale. Secondo la ricostruzione dell'accusa, in pratica, sarebbe stata realizzata una maxi truffa fiscale per consentire a Unicredit di nascondere al fisco 245,9 milioni di euro. Agli imputati si contestava quindi d’aver fatto ricorso a mezzi fraudolenti idonei ad ostacolare l’accertamento del reddito imponibile avvalendosi di strutture costituite all’estero e fiscalmente esistenti nel Regno Unito e in Lussemburgo. Per il gup invece non ci sarebbe stata alcuna dichiarazione fraudolenta nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, visto che, come hanno sottolineato i difensori, al Fisco era stato indicato esattamente il valore corretto dell’operazione strutturata nella dichiarazione dei redditi.

"Le bugie hanno le gambe corte ma in questo caso non avevano proprio le gambe", ha commentato l'avvocato Giovanni Paolo Accinni, difensore di

Profumo. Soddisfatta soprattutto la banca, che ha fatto sapere: "Nella vicenda Brontos UniCredit ha sempre sostenuto con fermezza e piena convinzione la correttezza dell’operato proprio e dei propri esponenti e dipendenti".

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