Sta facendo il giro del web il video denuncia in cui un gruppo di giovani appartenenti alla comunità Lgbt di Ferrara vengono insultati ed aggrediti da alcuni coetanei, a quanto pare non nuovi a simili azioni. Le vittime, che stavano tranquillamente chiacchierando sotto ad un portico, sono state ripetutamente vilipese dai responsabili, poi passati a lanciare contro di loro petardi e addirittura un piccione morto.
La testimonianza
A raccontare ai microfoni di Repubblica l'episodio, avvenuto intorno alle 17 di domenica scorsa, è la madre di uno dei giovani presi di mira."Erano tranquillamente seduti a chiacchierare sotto un portico, non stavano rompendo le scatole a nessuno, quando questo gruppo di ragazzi li ha aggrediti soltanto perché portavano delle spille e delle borsette Lgbt. Li hanno chiamati 'froci di merda', per poi lanciargli un piccione morto e infine tirargli alcuni petardi molto vicino”, racconta la donna.
In quei momenti concitati, una delle vittime ha filmato parte dell'aggressione, ed ora il video sta facendo il giro della rete. Fra insulti e minacce, è possibile udire uno dei presunti aggressori dichiarare:"Conoscete Benito Mussolini? Sapete che lui vi brucerebbe tutti? Forza Benito Mussolini!". Un episodio sconcertante, che arriva, fra l'altro, a pochi giorni di distanza dalla bocciatura del ddl Zan. Facile supporre che l'episodio avrà una certa risonanza politica.
I giovani presi di mira, quasi tutti minorenni, hanno subito contattato le forze dell'ordine, e sono stati raggiunti da una pattuglia di passaggio. Nessuna traccia del gruppo di aggressori, riusciti ad allontarsi."Presenteremo una denuncia, stiamo cercando di fare gruppo con le altre famiglie coinvolte. Di sicuro non manderemo più i nostri figli in centro a cuor leggero. Quattro ragazzi hanno avuto attacchi di panico, anche perché già in passato avevano ricevuto minacce", ha dichiarato la madre di una delle vittime.
In queste ultime ore è arrivato anche un video di aperta condanna, postato su TikTok, da parte di alcuni ragazzi appartenti alla comunità Lgbt, che chiedono a gran voce quel ddl che è stato loro negato: "Ci hanno aggrediti chiamandoci Fr**i e tirandoci un piccione morto, abbiamo fatto una denuncia ma non serve a nulla, abbiamo bisogno della Legge Zan".
La condanna di Arcigay
"Questa mattina sono andata in Questura per segnalare i fatti: quel gruppo di giovani non è nuovo ad aggressioni verbali. Inoltre sto seguendo personalmente un progetto di incontri e laboratori nelle scuole medie e superiori della città: in ogni classe troviamo qualche racconto di omofobia", ha annunciato Manuela Macario, componente della segreteria nazionale di Arcigay e consigliere del direttivo di Ferrara. "Ferrara è una città aperta, finora ci sono stati poche aggressioni omotransfobiche, ma gli episodi si stanno diffondendo anche in conseguenza di un clima di divisione politica a livello nazionale", ha aggiunto, riferendosi al ddl Zan.
Le reazioni della politica
A tirare più direttamente in ballo il ddl Zan è stato Nicola Zingaretti, che ha spiegato come l'episodio di Ferrara esprima al meglio il "drammatico" errore di votare contro il disegno di legge."Ci sono degli italiani discriminati, offesi, picchiati solo perché esistono. Questo parlamento e le destre in particolare non hanno fatto nulla per difenderli ma al contrario, di fronte l'opportunità di farlo, hanno votato contro", ha protestato l'ex leader del Partito democratico. "Il Pd ha fatto bene a condurre questa battaglia ma il problema è che dentro questo parlamento ci sono questi rapporti di forza", ha concluso.
Vicinanza nei confronti delle vittime è stata espressa da tutta l'ala dem di Ferrara, che ha rilasciato un lungo post sulla propria pagina Facebook: "È inevitabile pensare alle scene tremende dei senatori omofobi che qualche giorno fa applaudivano per aver affossato il ddl Zan. Loro, forze politiche omofobe e transfobiche, portano la responsabilità politica di un sistema che non vuole vedere e riconoscere questa emergenza in atto da ormai molto, troppo, tempo".
Non è mancato neppure il duro commento del padre del tanto discusso disegno di legge, vale a dire Alessandro Zan, che su Twitter ha cinguettato: "Chi ha applaudito in Senato e chi si è nascosto dietro al voto segreto per fermare il ddl Zan legittima comportamenti di odio e di discriminazione nella nostra società. L'aggressione fascista e omofoba di #Ferrara contro quei ragazzini minorenni ne è un esempio". Fabrizio Marrazzo, portavoce di Partito Gay per i diritti Lgbt+, ha invece colto l'occasione per chiedere ancora una volta lo scioglimento di gruppi come Forza Nuova e Casapound.
Ferma la condanna da parte del sindaco di Ferrara Alan Fabbri (Lega), che ha definito l'episodio come un atto vile e meschino. Un'aggressione intollerabile, che necessità di una seria risposta da parte di tutti.
"Assoluto lo sdegno nel vedere quelle sequenze esprimo piena solidarietà ai giovani che sono stati aggrediti, alle loro famiglie. Sono pronto ad incontrarli e a manifestare loro, di persona, la mia vicinanza", ha dichiarato Fabbri, che si augura che presto venga fatta completa luce sulla vicenda.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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