Finisce in tribunale. L'articolo al vetriolo di Avvenire non è proprio andato giù ad Alda D'Eusanio. Il quotidiano dei vescovi l'ha definita il "simbolo della tv trash" dopo aver portato sul piccolo schermo la storia di Max Tresoldi, che si era svegliato dopo dieci anni di coma vegetativo. Come fa sapere Il Tempo, di quel giudizio Avvenire ne ha risposto davanti a un giudice.
Durante la puntata de La vita in diretta, la conduttrice aveva chiesto alla madre di non farla vivere nel caso in cui fosse caduta nella stessa condizione. "Tornare in vita senza poter più essere libero e soffrire, e avere quello sguardo vuoto... mi dispiace, no! - aveva detto in diretta su RaiUno - rivolgo un appello pubblico a mia madre , se dovesse accadermi quel che è accaduto a Max, non fare come sua mamma!". Per queste frasi Avvenire l'aveva attaccata duramente in un editoriale pesantissimo. Ieri, come riporta Il Tempo, il direttore del quotidiano della Cei Marco Tarquinio è stato rinviato a giudizio dal gup di Roma per diffamazione in concorso con la giornalista Lucia Bellaspiga.
Come spiega il difensore della conduttrice, l'avvocato Andrea Sciarrillo, il proscioglimento si riferisce esclusivamente al contenuto dell'articolo.
"Viceversa - fa notare - in relazione al nucleo più violento delle accuse mosse alla D'Eusanio, che in un box pubblicato nella stessa edizione del quotidiano veniva definita come 'simbolo della tv trash', il gup di Roma ha disposto il rinvio a giudizio di entrambi gli imputati, in concorso fra loro". La prima udienza del processo si celebrerà il 24 novembre 2016.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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