È allarme alga tossica: dove non fare il bagno

In alcune zone c'è il divieto di balneazione. L'alga, se molto abbondante può provocare anche patologie respiratorie

È allarme alga tossica: dove non fare il bagno

Si chiama "Ostreopsis ovata" ed è un'alga tossica che preoccupa i bagnanti in Puglia. A lanciare l'allarme sul suo sito è stata l'Arpa, l'agenzia regionale per prevenzione e la protezione dell'ambiente, dopo i risultati delle analisi. La zona più colpita è il litorale barese, da Bisceglie a Molfetta, da Bari a Mola, seguite da Brindisi e Fasano (Comune della provincia Brindisina).

Questo tipo di alga non è nuova in Puglia. Già negli anni passati, infatti, faceva capolino tra i bagnanti creando non pochi sintomi. Tra le patologie causate dall'alga di origine tropicale, come riportato sul sito dell'Arpa, ci sono la rinite, la faringite, la laringite, la bronchite, la febbre, la dermatite e la congiuntivite. Capite bene che in piena pandemia da Coronavirus, avere la bronchite può far temere il peggio. Pertanto in alcune zone della provincia di Bari c'è il divieto di balneazione. A Bisceglie, infatti, il sindaco Angelantonio Angarano ha vietato ai cittadini di tuffarsi in mare a causa dell'alta concentrazione dell'ostreopsis ovata.

Naturalmente la pericolosità dell'alga aumenta laddove c'è maggiore densità e, stando ai dati pubblicati dall'Arpa, è da ritenersi molto abbondante quando si superano le 20mila cellule a litro d'acqua. A Bisceglie, ad esempio, ce ne sono 67.496.

Nell'annuario dei dati ambientali dell'Ispra (l'istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) si legge che la ostreopsis ovata è presente nella maggior parte delle regioni costiere italiane "con fioriture che possono dare luogo a fenomeni di intossicazione umana e a effetti tossici su organismi marini bentonici" e proprio per questo dal 2006, grazie alla direttiva sulle alghe tossiche voluta dall'allora ministro dell'ambiente, l'Ispra ha attivato con le Arpa costiere una collaborazione per il campionamento, l'analisi, il monitoraggio, la sorveglianza, l'informazione, la comunicazione e la gestione del fenomeno delle alghe tossiche sempre più presenti nei mari italiani.

Rimane da capire come si è formata questa alga, tipica delle zone tropicali, in Puglia. Stando ai dati pubblicati dall'Arpa Puglia, è stata segnalata la presenza della ostreopsis ovata nel 2000, probabilmente introdotta accidentalmente in Mediterraneo per mezzo delle acque di zavorra delle navi. A questo si aggiungono le alte temperature, l'alta pressione atmosferica, le condizioni di irraggiamento favorevoli, ed il mare calmo per un periodo di tempo superiore a 10-15 giorni che ne hanno favorito la proliferazione.


Ad ogni modo, la presenza dell'alga tossica è continuamente monitorata. Ogni quindici giorni, infatti, l’agenzia controlla da giugno a settembre venti siti in Puglia in cui è stata accertata la presenza dell'alga tossica.

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