"Ditemi dov'è che lo ammazzo". Lo zio di Matias, il bimbo di 10 anni ucciso dal padre, avrebbe fatto irruzione nell'ospedale di Belcolle (Viterbo) armato. Stando a quanto si apprende da fonti a vario titolo, l'uomo è stato subito bloccato dai carabinieri e ricondotto all'ordine. Mirko Tomkow, il 44enne polacco accusato di aver accoltellato il figlio, si trova ricoverato presso la struttura penitenziaria del nosocomio viterbese dallo scorso martedì. A seguito della tragedia, avrebbe tentato il suicidio ingerendo verosimilmente delle sostanze tossiche.
La ricostruzione dei fatti
Matias è stato ucciso dal padre, Mirko Tomkow, con una coltellata alla gola. Secondo la ricostruzione degli investigatori, potrebbe essere stato il bambino ad aprire la porta di casa al genitore che, da circa un mese, era stato costretto a lasciare il tetto coniugale per via di presunti maltrattamenti familiari. L'altra ipotesi è che l'uomo, seppur sottoposto a divieto di avvicinamento alla moglie e al figlio di 10 anni, fosse ancora in posesso delle chiavi dell'abitazione. Dunque, si sarebbe introdotto nell'appartamento sorprendendo poi Matias nella sua stanza. Per certo, quando ha aggredito e ferito mortalmente il ragazzino, la moglie Marjola non era in casa. La donna è rientrata pochi minuti dopo che il delitto si fosse già consumato. Matias "aveva il corpo completamente insanguinato", ha raccontato la mamma del piccolo dal letto di ospedale dove era ricoverata per via dell'evento traumatico. La stessa avrebbe allertato i soccorsi rinvenendo il marito in stato di incoscienza sul pavimento. Tomkow avrebbe tentato il suicido dopo aver ucciso Matias. Il 44enne si trova ricoverato nel penitenziaro del nosocomio di Belcolle dallo scorso martedì pomeriggio: è accusato di omicidio volontario.
La convalida dell'arresto
Venerdì mattina, il gip di Viterbo ha convalidato l'arresto per Mirko Tomkow. Nei confronti del 44enne è stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare in carcere.
"Prima del giorno della tragedia, il divieto di avvicinamento alla famiglia era stato sempre rispettato - ha assicurato il procuratore capo di Viterbo Paolo Auriemma - Tomkow veniva costantemente controllato dai carabinieri". Auriemma ha riferito che la quarantena per Covid, che aveva costretto il 44enne all'isolamento domiciliare nei giorni antecedenti al misfatto, era già terminata quando si è recato a casa dell'ex moglie.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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