La Chiesa accoglierà nel suo grembo omosessuali e divorziati. Si, no, forse. Si, ma non troppo. Il contenuto della "Relatio post disceptationem" del relatore generale card. Peter Erdo è filtrato nel circuito dei media internazionali. Dai temi e dal linguaggio utilizzato è emersa una grande apertura nei confronti di coppie omosessuali e delle coppie di divorziati a cui è negata la comunione.
E tra i corridoi del Sinodo straordinario sulla famiglia è subito guerra. Un conflitto caratterizzato da dichiarazioni alla stampa e toni di voce flautati, ma che sono un chiaro indicatore della mancanza di una visione comune che attraversa la Chiesa su questi temi. Molti padri sinodali si sono precipitati a specificare che il contenuto del documento è una semplice linea guida, un riassunto della prima settimana di lavoro, senza alcun valore definitivo.
Per sedare gli animi la Segreteria generale del Sinodo ha diffuso un comunicato stampa in cui si specifica che "in seguito alle reazioni e discussioni seguite alla pubblicazione della Relatio cui è stato spesso attribuito un valore che non corrisponde alla sua natura (ha dovuto specificare che) è un documento di lavoro, che riassume gli interventi e il dibattito della prima settimana, e ora è proposto alla discussione dei membri riuniti nei Circoli minori".
Il lavoro dei Circoli sarà presentato all'assemblea giovedì. Il Cardinale Fernando Filoni, prefetto di Propaganda Fide si dice eufemisticamente sorpreso per un documento che non ha alcun valore programmatico e che si limita a essere un lavoro esplorativo per l'assemblea ordinaria del Sinodo dell'ottobre 2015. E che ci siano state polemiche dopo la Relatio, sia nella discussione libera sia nei Circoli, traspare anche dalle parole di uno dei "moderatori", il cardinale Fernando Filoni, prefetto di Propaganda Fide. "C'è stata qualche sorpresa nel leggere le prime reazioni che sono apparse nei media. Qualcuno ha manifestato anche una certa perplessità, come se il papa avesse detto, come se il Sinodo avesse deciso... Tutto questo naturalmente non è vero. Noi stiamo lavorando per mettere nelle mani del Papa un risultato su cui egli stesso deciderà in vista del Sinodo del 2015" ha affermato l'alto prelato.
Molti partecipanti al Sinodo si sono detti urtati per la troppa poca severità con cui vengono trattati temi spinosi come omosessualità e coppie separate. Ricorre troppo poco il termine peccato nei documenti e l'impressione è che si tenda a un'equiparazione tra famiglie regolarmente sposate e altre forme di unione lontane dalla tradizione. Secondo un altro dei padri sinodali, che ha preferito mantenere l'anonimato, le posizioni più oltranziste rappresentano una minoranza dei partecipanti ai lavori: "A parlare così è soprattutto il fronte degli sconfitti. La linea prevalente è invece quella a favore delle aperture. E anche il fatto che non siano stati pubblicati i singoli interventi è positivo: ci sarebbero state strumentalizzazioni, invece così il dibattito è stato come doveva essere, libero e franco".
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