Giocare è un diritto di tutti i bambini, un’attività spontanea necessaria alla crescita, un bisogno rispetto al quale non devono essere opposte barriere. Il numero dei parchi giochi accessibili ai bimbi con disabilità è, però, ancora molto ridotto in Italia e per tanti piccoli queste aree diventano vere e proprie zone off-limits, riservate ai loro coetanei ma impossibili da usufruire per loro. Secondo il settimanale Do nna Moderna nel nostro Paese ci sono solo una trentina di parchi inclusivi e 179 altalene inclusive, ovvero accessibili con la sedia a rotelle, dislocate in oltre 8200 comuni italiani. Spesso l’inserimento di questi giochi è figlio dell’impegno appassionato dei genitori dei bimbi disabili che soffrono di fronte alla discriminazione cui sono sottoposti i loro figli e si ribellano, iniziando campagne di sensibilizzazione e di raccolta fondi.Ma cosa si intende per parco inclusivo? Un parco inclusivo è un luogo in cui tutti i bambini, anche quelli con disabilità, possono esercitare il loro diritto al gioco. Sono parchi privi di barriere architettoniche, dove sono installati giochi il più possibile accessibili e fruibili da parte di bambini che, ad esempio, usano la carrozzina, sono ipovedenti o hanno una disabilità motoria lieve. Quindi rampe al posto delle scale, tunnel giganti il cui accesso è possibile anche alle carrozzine, giostre girevoli che possono essere utilizzate da tutti. L’approfondimento fatto dal settimanale si sofferma anche su una questione aperta e dibattuta. E’ giusto relegare i bimbi disabili su una altalena per carrozzine? L’optimum sarebbe riuscire a disegnare giochi che non escludano nessuno, o quasi, come l’altalena a cestone, i giochi a molla con schienale e protezioni laterali, i pannelli ludici (tattili e sensoriali). Questo però implica una progettazione complessiva del parco perché è difficile arrivare a correggere un parco pre-esistente, anche se interventi per migliorare e facilitare gli accessi possono sempre essere fatti.Un bel progetto in questo senso è quello messo in campo da due mamme romagnole - Claudia Protti e Raffaella Bedetti - che da due anni hanno messo in piedi un blog «Parchi per tutti», presente anche su facebook (contattabili qui: parchipertutti@gmail.com) per unire le forze di tutte le famiglie interessate. «Vogliamo che il maggior numero di persone possibili si renda conto che in fase di progettazione di un parco è possibile fare delle scelte che diano la possibilità a tutti di godere di qualche ora di divertimento. Perché realizzare un parco solo per una parte di bambini e non per tutti?» si legge sul loro blog. Le due mamme hanno iniziato da Santarcangelo di Romagna dove presso il parco Campo della Fiera è stato inaugurato un gioco inclusivo, una giostra utilizzabile sia da bambini normodotati che da bimbi con disabilità motoria che utilizzano la carrozzina manuale o elettrica. A quel punto, oltre all’attività di raccordo con le tante mamme che hanno chiesto informazioni e consigli, è iniziato anche un lavoro più istituzionale con lettere indirizzate ai Comuni per sollecitarli a muoversi in questa direzione. La sensibilità rispetto a questo problema è aumentata nel tempo, come lo stesse responsabili del blog testimoniano. «Dal 2014 ad oggi si è mosso qualcosa? Sì! In soli due anni è aumentata molto la sensibilità verso il diritto al gioco dei bambini con disabilità, in tante città italiane sono stati realizzati piccoli o grandi parchi con giochi accessibili e fruibili da parte di tutti i bambini» raccontano. Qualche mese poi è stato inaugurato con l’aiuto di «Parchi per tutti» l’area giochi del Parco Fellini a Rimini, uno spazio che davvero abbatte le barriere e riesce a riunire tutti i bambini in un unico spazio. Nel loro blog è possibile anche consultare un elenco di tutti i parchi-gioco accessibili, regione per regione e città per città. Ma anche scaricare il modulo di richiesta al Comune per richiedere un parco giochi accessibile e consultare i cataloghi di ditte che producono giochi inclusivi. Un servizio utilissimo che può servire anche da stimolo per accendere una competizione positiva tra i sindaci delle nostre città.Naturalmente in questo come in altri campi la buona volontà e la determinazione sono decisive, così come la tecnologia può dare una mano per individuare soluzioni in grado di adattarsi alle capacità di qualsiasi persona. Pochi giorni fa, ad esempio, è stata inaugurata la prima cabina per fototessere priva di barriere architettoniche e usufruibile al 100% anche dalle persone diversamente abili al Centro Commerciale «I Granai» di Roma, gestito e ri-commercializzato da Larry Smith Italia, grazie alla partnership con DEDEM Automatica. La macchina, che è stata progettata e costruita interamente da DEDEM, mette a disposizione dei clienti tutta la classica gamma di servizi fototessera, rendendo l’accesso e l’utilizzo semplice e intuitivo anche a quei clienti con difficoltà motorie. «Siamo davvero orgogliosi di offrire questo innovativo servizio dedicato a chi ha disabilità motorie», commenta il Presidente di Dedem Automatica Srl Riccardo Rizzi. «Gli ingegneri del nostro team, hanno pensato a questa cabina fotografica.
Con spessore del pavimento minimo, panca richiudibile e un innovativo sistema di regolazione automatica della telecamera, che avverte l’altezza dell’utente e si regola di conseguenza. Una cabina perfettamente utilizzabile anche da parte di chi ha disabilità motorie e si sposta in carrozzina».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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