Finita la giornata di lavoro nei campi, i braccianti indiani sfrecciano lungo le strade di Sabaudia a bordo delle loro bici, direzione: residence Bella Farnia Mare. Un agglomerato di case che dalla scorsa domenica è stato dichiarato zona rossa.
"Il virus? Qui si curano con la curcuma"
Troppi i contagi all’interno della comunità indiana che abita la pianura pontina e che qui, a Bella Farnia, è numerosa. Il residence era nato come una località di villeggiatura e seconde case, in città lo conoscono tutti come l’ex Somal, dal nome dell’azienda che lo ha costruito. Fallito il costruttore e svenduti all’asta gli appartamenti rimasti, il comprensorio è stato letteralmente colonizzato dalla manodopera proveniente dal subcontinente. La diaspora è iniziata una quindicina di anni fa, con buona pace di chi aveva investito i propri risparmi per ritagliarsi un angolo di pace a due passi dal lungomare. Gente come Pierluigi, 50 anni, uno degli ultimi italiani del residence. Oggi al Bella Farnia Mare risiedono 770 persone, 720 sono indiani. "La zona rossa? È un epilogo annunciato", dice Pierluigi allargando le braccia. "Per loro il virus non è mai esistito, hanno sempre fatto come gli pareva, quando gli dicevo di indossare la mascherina e non assembrarsi – continua – venivo addirittura sfottuto, erano convinti che bastassero la curcuma e l’aglio per proteggersi. Ora il risultato è sotto gli occhi di tutti".
A caccia della variante indiana
Gli screening all’interno della comunità sikh dell’Agro Pontino, circa 30mila persone di cui la metà irregolari, sono iniziati dopo il caso di variante indiana registrato in Veneto. La mutazione virale è arrivata anche nel basso Lazio? Che fine hanno fatto i 300 indiani sbarcati a Fiumicino prima dello stop ai voli? A Bella Farnia le autorità sanitarie sono entrate in azione lo scorso 29 aprile: su 550 tamponi sono state riscontrate 86 positività. Una seconda opportunità di sottoporsi allo screening che, va ricordato, non è obbligatorio, è stata data venerdì scorso: 13 positivi su 327. "Sinora a Bella Farnia non è stata trovata traccia della variante indiana", ci spiega Giada Gervasi, sindaco di Sabaudia. La prima cittadina ci racconta che i casi di positività accertata sono stati trasferiti in una struttura ad hoc ed i loro conviventi sono in isolamento fiduciario. C’è però un’eccezione: "I nuclei familiari in cui c’era un positivo ma anche dei minori sono stati lasciati nelle loro abitazioni per non traumatizzare i minori". "La situazione – assicura la Gervasi –è sotto controllo".
L’ingresso della zona rossa, quello sulla strada Litoranea, è presidiato giorno e notte dalle forze dell’ordine. Non si entra e non si esce senza prima aver fornito l’autocertificazione ed essersi sottoposti alla misurazione della temperatura. Il posto di blocco però è anche l’occasione per ricordare ai braccianti l’importanza dei dispositivi di protezione individuale. In tanti, infatti, si presentano al varco con mascherine logore o con delle semplici sciarpe. "Cambiati la mascherina, quella che hai è da buttare", è la frase che sentiamo ripetere in più occasioni. Questo versante del comprensorio residenziale è monitorato in modo meticoloso e incessante.
Le fughe dalla zona rossa
Tutto sotto controllo, quindi? Non proprio. Chi vigila sugli accessi secondari del residence? A sorvegliare i due ingressi che affacciano su via Diversivo Nocchia ci sono soltanto i new jersey, facilmente aggirabili. Proprio come dimostra un video che ci fornisce Annalisa Comandini, presidente del Comitato spontaneo residence Bella Farnia Mare. Nella clip si vede un bracciante indiano che smonta dalla bici e supera le barriere di cemento indisturbato. "Violare la zona rossa è facilissimo, abbiamo visto diverse persone dileguarsi da qui nei giorni scorsi, e se fossero positive al virus?", denuncia Annalisa. "Che senso ha allora la zona rossa? I controlli – si domanda – valgono solo per le persone oneste?".
Annalisa è sconfortata ed arrabbiata. Quello che sta vivendo è l’ultimo atto di un incubo. Lei è una di quelle che si è trasferita al Bella Farnia Mare quando era ancora un posto da cartolina. Una località da sogno. "Pian piano la situazione è precipitata e una parte del residence si è trasformata in un ghetto degradato: gli appartamenti sono sovraffollati, immondizia e scarti alimentari si accumulano ovunque e ci sono odori nauseabondi. Noi paghiamo tasse salate e cosa abbiamo in cambio? Ci dobbiamo autotassare persino per la manutenzione del verde", racconta Annalisa. "Sono anni ormai che conviviamo con la paura di epidemie, ci sono stati già casi di scabbia, casi di salmonellosi, era facile prevedere che il Covid si sarebbe diffuso a macchia d’olio".
"Ora l’estate rischia di essere compromessa"
È dello stesso avviso anche Giovanni Secci, consigliere comunale di Forza Italia: "La sensazione è che qui abbiano chiuso il recinto quando ormai sono scappati i buoi. Bisognava intervenire in tempo, non lasciare che il virus prendesse il sopravvento anche sulle istituzioni". Questo, per l’esponente azzurro, è uno spartiacque. La zona rossa e il clamore mediatico che ha suscitato deve essere letta come un’opportunità. "È arrivato il momento di affrontare una volta per tutte i problemi atavici che affliggono il residence, anche perché sennò la situazione rischia solo di aggravarsi".
Il focolaio di Bella Farnia si è abbattuto su Sabaudia proprio alla vigilia dell’inizio della stagione estiva. Quando la città di mare si preparava a ripartire. Lo sa bene chi qui ha un’attività ricettiva: "Sabaudia lavora solo d’estate e un cosa del genere non ci voleva proprio".
"Abbiamo paura che scattino nuove restrizioni per tutti", sospira un ventenne. Sta bevendo un caffè con una coetanea seduto al tavolino di un bar, e alla libertà ritrovata non ci vuole rinunciare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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