Papa Francesco ha varato una importante riforma della giustizia penale vaticana, che fino ad oggi era ferma al Codice Zanardelli, adottato nel 1929 all’indomani dei Patti Lateranensi che istituirono la Città del Vaticano. Per questo, ad esempio, Paolo Gabriele, il maggiordomo infedele di Papa Ratzinger, fu giudicato solo per il reato di furto, l’unico applicabile al suo caso nelle norme in vigore che non prevedevano l’attentato alla sicurezza dello Stato. nell'ambito della riforma voluta dal Santo Padre, la pena dell’ergastolo è stata sostituita con una reclusione da 30 a 35 anni, mentre bviene completamente ridefinita la categoria dei delitti contro i minori.
Con il motu proprio firmato oggi dal Pontefice, la Santa Sede fa notare che sono stati introdotti "i principi generali del giusto processo entro un termine ragionevole e della presunzione di innocenza dell’imputato". "Un settore molto importante della riforma - continua il Vaticano - concerne la riformulazione della normativa relativa alla cooperazione giudiziaria internazionale, piuttosto risalente nel tempo, con l’adozione delle misure di cooperazione adeguate alle più recenti convenzioni internazionali". Nelle norme penali varate oggi è compresa una ridefinizione della categoria dei delitti contro i minori tra i quali la vendita, la prostituzione, l’arruolamento e la violenza sessuale in loro danno, la pedopornografia, la detenzione di materiale pedopornografico, gli atti sessuali con minori. Si tratta di un importante passo in avanti nella lotta contro gli abusi sessuali, fortemente perseguita da Benedetto XVI nel suo Pontificato e che anche Bergoglio intende portare avanti. In questo modo sono sottoposti alle nuove norme non solo tutti gli officiali e dipendenti della Curia romana ma anche i nunzi apostolici e il personale di ruolodiplomatico della Santa Sede, nonché i dipendenti di organismi e istituzioni collegati alla Santa Sede indipendentemente dal fatto che si trovino sul territorio dello Stato della Città del Vaticano. "Le leggi varate da Francesco - spiega la Santa Sede - sono in continuità con le azioni intraprese a partire dal 2010 durante il pontificato di Papa Benedetto XVI".
Nelle nuove leggi penali il titolo dei delitti contro la pubblica amministrazione viene rivisto in relazione alla Convenzione delle Nazioni Unite del 2003 contro la corruzione. La Convenzione prevede sanzioni molto severe a tutela della correttezza dei comportamenti pubblici. Proprio per questo, sono stati potenziati i poteri cautelari a disposizione dell’Autorità giudiziaria con l’aggiornamento della disciplina della confisca, potenziata dall’introduzione della misura del blocco preventivo dei beni. In linea con gli orientamenti più recenti in sede internazionale, è stato poi introdotto un sistema sanzionatorio a carico delle persone giuridiche "per tutti i casi in cui esse profittino di attività criminose commesse dai loro organi o dipendenti, stabilendo una loro responsabilità diretta con sanzioni interdittive e pecuniarie".
Infine è stata varata anche una nuova legge in materia di sanzioni amministrative che ha carattere di normativa generale "al servizio di discipline particolari che, nelle diverse materie, prevedranno sanzioni finalizzate a favorire l’efficacia ed il rispetto di norme poste a tutela di interessi pubblici".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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