Berlusconi: "Un leader? Nel 2018 mi ricandido"

L'ex premier: "Strasburgo mi darà ragione, il centrodestra non dovr più cercare un capo"

Berlusconi: "Un leader? Nel 2018 mi ricandido"

Berlusconi rompe gli indugi e ammette: pronto a ricandidarmi. «Sono in un'attesa spasmodica della sentenza della Corte europea di Strasburgo che purtroppo ci mette troppo tempo, tre anni, per esaminare un caso che non riguarda soltanto un singolo cittadino ma che riguarda un importante Paese europeo - dice in un'intervista a Rai Parlamento -. Credo che questa sentenza dovrà arrivare e sono assolutamente sicuro che metterà in chiaro come non ci sia stata alcuna evasione da parte mia e quindi dovrei tornare nella possibilità di ricandidarmi. In quel caso il centrodestra non avrebbe la necessità di cercare altri leader». Il problema è che l'eurogiustizia è lumaca quanto quella italiana. Ma la colpa non è soltanto dei giudici europei quanto di palazzo Chigi. Il governo italiano, infatti, avrebbe dovuto spedire a Strasburgo un dossier contenente una controrelazione rispetto al ricorso presentato dal Cavaliere. Il termine naturale sarebbe stato proprio oggi ma qualche settimana fa palazzo Chigi ha chiesto un'ulteriore proroga per dire la sua. La richiesta è stata accettata da Strasburgo e così palazzo Chigi potrà spedire le proprie carte a referendum concluso.

C'è chi ha sospettato che, per non provocare una controrelazione troppo ostile, Berlusconi non avrebbe fatto una campagna così dura contro il ddl Boschi. Invece il Cavaliere torna a bocciare senz'appello le riforme costituzionali di Renzi: «Il suo progetto non fa risparmiare ed è pericoloso. Con il combinato disposto della legge elettorale chi detiene una minoranza molto piccola potrebbe andare al potere ed essere padrone del proprio partito, della Camera, e di tutto il Paese». Arriva la condanna per i toni troppo accesi in questa campagna elettorale ma spiega: «La colpa non è nostra ma di tutti quelli che fanno propaganda per il Sì. Dicono che se vince il No ci sarebbe il caos ma non è vero niente: resteremmo con la nostra Costituzione e si aprirebbe lo spazio per sedersi a un tavolo e fare sia una riforma condivisa sia una nuova legge elettorale».

Pare che Renzi, in una lettera agli italiani, non abbia inserito il nome di Berlusconi nell'elenco dei fautori del No. Come mai? Berlusconi ci scherza su: «Bisogna che lei lo chieda a Renzi. Può essere un atto di riguardo o può essere che consideri che il mio sostegno al No possa convincere molti elettori». In ogni caso resta duro con il premier: «Se vince il Sì si continua con questa Italia che sappiamo non essere in buone condizioni: la ripresa stenta, la disoccupazione è aumentata all'11,4%, la disoccupazione giovanile è quasi al 40%, è aumentata la povertà, un quarto degli italiani si trova in una situazione di povertà assoluta (4 milioni e 600mila), e 10 milioni e 400mila sono in condizioni di povertà relativa». Poi, torna sulla battuta del «Renzi leader»: «Nella sinistra lui appare l'unico leader. Nel centrodestra il leader ero io, e sono stato reso incandidabile. Abbiamo però delle idee molto differenti, perché Renzi viene dalla Democrazia cristiana di sinistra, perciò ha dentro uno statalismo molto spinto, e di carattere è persona che vuole imporsi. Molto lontana da me che sono molto equilibrato».

In ogni caso l'annuncio di una sua possibile ricandidatura, qualora la Corte di Strasburgo dovesse riabilitare il Cavaliere, spiazza i leader degli altri partiti della coalizione. Non è un mistero, infatti, che sia Meloni sia Salvini sia Fitto facciano il tifo per le primarie; e che si vogliano presentare loro stessi come piloti di tutto il centrodestra. Ma sul tema il Cavaliere è stato chiaro: apertura ma soltanto a certe condizioni. Ossia che la contesa interna sia regolata per legge con regole chiare e certe perché «le primarie come quelle che fa il centrosinistra sono manipolabili e fasulle».

Poi, in serata,

circola la voce di un possibile ricovero al San Raffaele di Milano dove lo scorso luglio è stato operato al cuore. Si tratta invece soltanto di un controllo di routine; e viene confermata la sua presenza in tv dalla D'Urso.

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