Lo psichiatra Claudio Foti finito agli arresti domiciliari per l’inchiesta “Angeli e Demoni” è stato sospeso dalle attività di psicoterapia con i minori per sei mesi. Il provvedimento è stato preso, questa mattina, dai militari del nucleo investigativo di Reggio Emilia, che hanno dato esecuzione a un'ordinanza cautelare interdittiva del gip, emessa dal Tribunale di Reggio Emilia il 6 dicembre scorso.
Una decisione che arriva dopo oltre cinque mesi di indagini e che conferma le accuse mosse dalla procura di Reggio Emilia nei confronti del responsabile della onlus “Hansel e Gretel” finita al centro dell’inchiesta sui bambini di Bibbiano. Nel sistema di affidi illeciti, il ruolo dell’associazione del guru torinese sarebbe stato quello di tenere sedute di psicoterapia con i minori al fine di fargli confessare abusi e violenze da parte dei familiari attraverso metodi volti a plagiare la mente dei piccoli fino a convincerli di essere stati maltrattati.
Così, recitano le carte: “Foti, in qualità di psicoterapeuta incaricato dalla Asl di tenere un corso di formazione avente ad oggetto sedute terapeutiche con una minore, successivamente ha protratto le sedute con la minore presso la struttura “la Cura”. Il tutto, in attesa “del giudizio civile incardinato presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna” che avrebbe dovuto decidere sull’idoneità genitoriale, ed eventualmente nominare un consulente tecnico d’ufficio in grado di valutare tali capacità dei genitori e verificare con la minore la volontà di riallacciare il rapporto con il padre. Durante questi incontri, Foti, avrebbe “alterato lo stato psicologico ed emotivo della minore (…) sottoponendola a sedute serrate, attraverso modalità suggestive e suggerenti, con la voluta formulazione di domande sul tema dell'abuso sessuale ed ingenerando, in tal modo, in capo alla minore il convincimento di essere stata abusata sessualmente dal padre e dal socio”. Lavaggi del cervello per plagiare i bambini e inculcare nelle loro menti flebili e facilmente condizionabili scene raccapriccianti che i piccoli, a poco a poco, si convincevano di aver vissuto. Ed ecco che l’obiettivo era raggiunto. A quel punto i minori, sicuri di esser stati abusati, confessavano la storia dell’orrore in aula di tribunale, davanti al giudice. Quello sarebbe bastato ad allontanarli dalle loro case e affidarli, in collaborazione con i servizi sociali della Val d’Enza, con cui Foti era a stretto contatto, ad una casa famiglia o ad una coppia di genitori affidatari.
Secondo il tribunale, in questo modo, l’indagato avrebbe “radicato nella minore un netto rifiuto nell'incontrare il padre, il quale veniva dichiarato decaduto dalla potestà genitoriale, con provvedimento emesso dal Tribunale per i Minorenni di Bologna in data 12 ottobre 2017”.
La piccola però, era stata convinta di fatti non veri e questo ha tratto “in inganno il consulente e l'autorità giudiziaria”.
Secondo il tribunale non solo Foti utilizzava questo metodo assertivo degno soltanto di una mente malata, ma lo faceva pure consapevolmente e calcolando in tempo come arrivare in aula di tribunale con la situazione sotto controllo. Qualcuno ha definito Bibbiano un “raffreddore”. Oggi, dopo che un mattoncino di verità è stato messo nero su bianco, andrebbe forse detto che Bibbiamo è uno scandalo che lascia increduli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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