Continuano le indagini per far luce sulle accuse mosse dalla procura di Reggio Emilia nei confronti dei 29 indagati coinvolti nell’inchiesta Angeli e Demoni. Il sostituto procuratore Valentina Salvi - secondo quanto riportato dal Corriere della Sera - avrebbe in programma di terminare le indagini preliminari entro il mese di novembre senza chiedere nessuna proroga. E per almeno un caso, l'iter giudiziario sembrerebbe essere già giunto a conclusione. È stata infatti presentata la prima istanza di archiviazione per l’avvocato Marco Scarpati, al momento non ancora controfirmata dal gip, che non appena darà l'ok farà uscire definitivamente il legale dal caso dei presunti affidi illeciti.
A fine giugno il giudice per le indagini preliminari aveva rigettato la richiesta di arresti domiciliari per il legale indagato per abuso d’ufficio. Decisione sulla quale la procura aveva presentato appello chiedendo, nuovamente, misure restrittive per Scarpati e altri quattro indagati. Ma, a metà settembre, anche la seconda richiesta d’arresto era stata respinta dal tribunale del Riesame che ha ritenuto leciti gli incarichi conferiti all’avvocato Scarpati per la difesa dei minori. Incontestabile, per i giudici, anche il bando del 2016 con il quale era stato assegnato, sempre a Scarpati, dell’incarico per la consulenza legale dell’Unione dei Comuni Val D’Enza.
La stessa richiesta del pm di domiciliari per abuso d'ufficio in concorso era stata mossa anche nei confronti della dirigente del servizio sociale della Val d’Enza, Federica Anghinolfi, dell’ex sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, di una dei responsabili d’ufficio dell’Unione, Nadia Campani e, infine per Barbara Canei l’istruttore direttivo amministrativo del servizio sociale dell’Unione. Anche per i quattro la richiesta di arresto era stata rigettata dal Riesame.
Le accuse
Secondo quanto riportato dalle carte della Procura di Reggio Emilia, Marco Scarpati era accusato di aver percepito somme di denaro per incarichi legali conferitigli dall’Unione dei comuni della Val d’Enza, senza però aver seguito le vigenti norme previste dal codice per gli appalti. Motivo per cui, il legale era finito nella lista degli indagati con l’accusa di abuso d’ufficio.
Subito, il gip Luca Ramponi, aveva dichiarato che non ci fosse “gravità indiziaria”, di seguito, il Riesame ha confermato che l’assegnazione di incarichi legali sia una procedura “sottratta alle norme del codice degli Appalti” e che le somme di denaro conferite siano da considerarsi “eque”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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