Mentre il caso Bibbiano si allarga, tanto che l’ideologia del “guru” Piemontese pare aver, negli anni, preso piede in tutta Italia, si scoprono altri indizi che individuano l’ombra del terapeuta, indagato nell’inchiesta “Angeli e Demoni”, anche nell’aretino. Il "metodo Foti" sembra aver determinato l’ennesima tragedia.
Circa sette anni fa, un uomo di 51 anni che faceva il bidello in una scuola materna nel Valdarno, viene accusato di aver abusato di ben 11 bambini. Nel 2012 la prima segnalazione: una bimba, di appena quattri anni, manifesta atteggiamenti sospetti, tanto che, la madre, decide di farla visitare al Meyer, l’ospedale pediatrico fiorentino. In quell’occasione, una psicologa, ipotizza che possano esserci state violenze fisiche sulla minore. Un campanello d’allarme che induce gli altri genitori della scuola e prestare attenzione sul comportamento dei propri figli e prendere provvedimenti. I casi diventano 11. Secondo l’accusa l’uomo avrebbe portato i piccoli nel bagno, dove si sarebbero consumate le violenze sessuali. Il bidello viene messo agli arresti domiciliari, sostituiti, poi, dall’obbligo di dimora. Ma l’indagato nega e le maestre escludono che sia potuta succedere una cosa simile. Continuano le indagini. La scuola viene sorvegliata dai magistrati attraverso telecamere e microspie, ma nessun elemento giustifica le accuse.
I racconti dei bambini fanno pensare al peggio. Centinaia di pagine di testimonianze distruggono il cuore dei genitori. A indirizzare i giudici nelle indagini sono alcuni disegni, fatti proprio dai minori. Secondo gli psicologi, i bimbi avrebbero tratteggiato nei fogli di carta figure riconducibili agli atti sessuali subiti. Sembra di assistere ad un film già visto. L’interpretazione delle immagini astratte create dai minori valgono all’uomo un processo che durerà anni e che, ancora, non ha visto fine.
Come riporta La Nazione, è fissato per il 17 ottobre, infatti, il processo d’appello nel quale, il protagonista, ora 56enne, deve ancora difendersi dall’accusa di violenza sessuale che, in primo grado, gli era valsa una condanna a 13 anni di reclusione.
A indurre i pm ad aprire il caso fu proprio Claudio Foti. Il terapeuta, nel 2012 firma la perizia che pone sotto accusa il dipendente della scuola materna nel Valdarno. Il metodo è sempre lo stesso. Deduzioni sulla base di disegni e denunce da parte dei minori avvenute dopo un percorso di psicoterapia. Così, come nei casi di Bibbiano, nei quali i bambini sarebbero però, stati plagiati e indotti a confessare abusi mai avvenuti.
Il terapeuta della Hansel e Gretel fu anche presente come testimone al processo, durante il quale dichiarò che i bambini erano stati abusati e che erano in grado di testimoniare su quanto era successo. Dichiarazione subito contraddetta, in aula, da un’altra consulenza d’ufficio, che era stata disposta dal tribunale allora presieduto da Silverio Tafuro. Il collegio peritale di cui era alla guida il professor Giovanni Battista Camerini - riporta La Nazione - affermò che i piccoli sarebbero stati incapaci di ricordare quello che era accaduto a causa delle suggestioni subite. La conclusione di Foti venne definita “Sconcertante per improprietà”. Crolla la prova principale: il racconto dei minori. La sentenza è scritta. Il bidello viene assolto il primo dicembre 2016.
Adesso, la corte d’appello ha disposto un’ulteriore perizia che impone che la capacità dei bimbi debba essere valutata caso per caso. I piccoli, ormai cresciuti, verranno ascoltati di nuovo.
Quanto si riveleranno esatte,in questo caso, le deduzioni del terapeuta torinese? Se l’assoluzione venisse confermata saremmo, per l’ennesima volta, davanti ad una storia che ha distrutto la vita di un uomo, accusato ingiustamente di aver compiuto degli orrori e cambiato l’esistenza di bambini e famiglie costretti a vivere, per anni, con il dubbio di essere state vittime di un mostro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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