Una bimba contro la fame di morte

Che bel gesto quello di Giorgia Meloni che lunedì ha convocato d'urgenza un Consiglio dei ministri per conferire la cittadinanza italiana a una bambina inglese malata che in Inghilterra non vedono l'ora di fare morire

Una bimba contro la fame di morte
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Che bel gesto quello di Giorgia Meloni che lunedì ha convocato d'urgenza un Consiglio dei ministri per conferire la cittadinanza italiana a una bambina inglese malata che in Inghilterra non vedono l'ora di fare morire. Che brutto segno quello del tribunale di Londra che ha risposto di no, la bambina è nostra, al Bambino Gesù di Roma (dove la stanno aspettando) non metterà mai piede perché deve morire qui e deve morire subito, ovvero alle due di questo pomeriggio quando, se gli avvocati dei genitori non riusciranno a fermare l'iter mortifero, le verrà sospeso l'ossigeno. Così la piccola Indi smetterà di piangere e di sorridere come ha sempre fatto nei suoi otto mesi di vita, non essendo per nulla un vegetale. Morirà soffocata, Indi.

E questa vicenda, che se non ci commuove non capisco cosa serva per commuoverci, mi ha ricordato vecchi cliché che a questo punto forse non sono così obsoleti. Sì, mi sono ricordato degli «italiani brava gente» e della «perfida Albione». Il bel gesto di Giorgia Meloni, donna-madre-cristiana come da slogan ma evidentemente non solo da slogan, mi fa sperare che l'Italia, per quanto secolarizzata, sia ancora nel suo intimo un Paese cattolico. E cosa ha portato Cristo al mondo? L'idea della sacralità della vita, con speciale attenzione ai piccoli e ai malati. Una dolcissima idea il cui evidente evaporare dovrebbe preoccupare anche i non cristiani, e molto. Il brutto segno del tribunale inglese mi fa invece pensare a quanto sia forte in Europa da una parte la pulsione di morte e dall'altra lo statalismo: la vita di una bambina è in mano allo Stato e i genitori, contrarissimi all'eventuale esecuzione odierna, non possono farci nulla, sudditi impotenti. I giudici ipocriti dicono che è per il suo bene, come se lo conoscessero loro il suo bene. Di certo sarebbe un bene per il bilancio dell'ospedale, i malati costano e l'eutanasia è un sollievo per il servizio sanitario che adesso deve pagare pure le transizioni di genere, sapete, gli uomini che vogliono diventare donne, le donne che vogliono diventare uomini...

Mentre le bambine che si ostinano a restare bambine, malate ma vive, quelle vanno spente con un interruttore. «Dio vi benedica», ha detto il padre di Indi quando ha saputo del tentativo italiano di salvare la figlia. Davvero, Dio ci benedica tutti, ne abbiamo molto bisogno.

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