La nomina di Federico Mambretti a nuovo responsabile della Business Unit Biopharmaceuticals, Onco-injectables, Hospital GrowthFranchises di Sandoz s.p.a. - società del Gruppo Novartis, leader nello sviluppo, nella produzione e nella distribuzione di farmaci equivalenti e biosimilari - dà l'opportunità di approfondire il tema del futuro del mercato dei farmaci biosimilari, quei farmaci comparabili come qualità, sicurezza ed efficacia a un farmaco biotecnologico già in commercio e il cui brevetto è scaduto.
Di che cosa si occupa la Business Unit della quale lei è responsabile?
«Le attività si rivolgono alle aree dei farmaci biosimilari, Iniettivi-Oncologici e a tutti i farmaci equivalenti Sandoz commercializzati sul canale ospedaliero. Quella dei farmaci biosimilari è un'area in via di sviluppo. I prossimi anni rappresenteranno per questa categoria di farmaci un periodo significativo e sono felice di poterlo vivere in prima persona nel mio nuovo ruolo».
Quali elementi l'hanno spinta ad accettare la sfida?
«Sarà sia una sfida professionale sia personale. I farmaci biosimilari hanno un importante ruolo sociale: in un momento storico in cui le risorse del Sistema sanitario nazionale sono sempre più limitate, questi farmaci possono rappresentare una reale soluzione per garantire l'accesso alle terapie a un maggior numero di pazienti, nonché l'avvio di queste terapie in anticipo rispetto a quanto possibile oggi con i farmaci ancora coperti da brevetto».
Da che cosa è rappresentata questa opportunità per il mercato dei biosimilari?
«Tra il 2015 e il 2020 scadranno i brevetti di molti importanti farmaci biotecnologici, che hanno rappresentato una svolta nella cura di patologie, come l'artrite e il cancro. Questo aprirà la strada all'ingresso di nuove categorie di farmaci biosimilari, soprattutto in aree terapeutiche ad alto costo».
In quali settori terapeutici sono già disponibili i farmaci biosimilari e in quali altri saranno disponibili nei prossimi anni?
«I farmaci biosimilari oggi in commercio sono il filgrastim, l'epoetina alfa e l'ormone della crescita ma, come ho già anticipato, l'imminente scadenza di un numero rilevante di brevetti relativi ad alcuni anticorpi monoclonali, aprirà le porte a una nuova categoria di biosimilari, di più ampia diffusione e utilizzo: ibiosimilarimAb. Questo aumenterà la concorrenza e rappresenterà, quindi, un grande vantaggio per ampliare l''accesso dei pazienti alle terapie innovative, liberando risorse per il Servizio sanitario nazionale».
A quanto ammonterebbe il risparmio offerto dai farmaci biosimilari?
«Un recente studio condotto dal tedesco IgesInstitut in otto Paesi dell'Ue (Germania, Francia, Italia, Gran Bretagna, Spagna, Svezia, Polonia e Romania) ha stimato che, con l'ingresso sul mercato di nuovi biosimilari nel periodo 2007-2020, i risparmi potrebbero attestarsi Tra i 12 e i 33 miliardi di euro (3,2 solo in Italia)».
Quali sono le risorse e le strategie che Sandoz intende promuovere per favorire lo sviluppo dei farmaci biosimilari?
«Sandoz, forte dei suoi 120 anni di storia, è il pioniere in questo campo: nel 2006 siamo stati i primi a lanciare un biosimilare. A oggi Sandoz dispone della più ampia pipeline di prodotti nel settore: un lavoro frutto di 4 centri di Ricerca&Sviluppo in tutto il mondo, che ha permesso il raggiungimento di oltre 120 milioni di giorni-paziente di esperienza terapeutica e 7 studi clinici in corso su 6 molecole importanti.
Come leader del settore, il nostro impegno, soprattutto in Italia, sarà quello di promuovere una conoscenza e una cultura dei farmaci biosimilari attraverso un dialogo continuo con la classe medica e tutti gli stakeholder sul territorio».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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