"Il risultato raggiunto, dopo tanti mesi di incertezze e confronti anche aspri in Assemblea, colma un vuoto normativo che, per anni, ha determinato effetti pesanti e drammatici su troppe famiglie italiane”. A parlare è Heiner Bludau, decano della Chiesa Evangelica Luterana in Italia che dopo il via libera definitivo al Senato, esprime “soddisfazione” per la nuova legge sul “fine vita".
Già nel marzo scorso, quando il ddl sulle Disposizioni anticipate di trattamento (DAT) era approdato all’esame della Camera, i luterani avevano fatto appello ai parlamentari italiani chiedendo un’accelerazione dei lavori e l'approvazione della norma entro fine legislatura. “Per noi, nessuno al di fuori di Dio può o deve disporre il momento della morte propria o altrui – ha chiarito il decano - ecco perché abbiamo sempre rifiutato qualsiasi ipotesi di aiuto attivo a morire, quale l'eutanasia attiva o l'assistenza al suicidio". Ma la nuova legge, per i luterani "riconosce un principio fondamentale: quando la morte è inevitabile, è preferibile dare la priorità a una fine dignitosa rispetto a un artificiale prolungamento della vita”. “Quel vuoto normativo abbandonava alla propria solitudine non solo il morente e i propri familiari, ma anche medici e operatori di cura, proprio nel momento dell'assunzione di decisioni di enorme rilievo – prosegue il pastore protestante - da oggi non è più così".
Il percorso che ha portato all'approvazione senza modifiche del testo della legge sul biotestamento, licenziato alla Camera lo scorso aprile, non è stato semplice. Negli ultimi mesi il dibattito è stato contrassegnato da divisioni e accese polemiche, soprattutto da parte dei parlamentari della Lega e dei centristi, che vedono nella legge votata ieri dall’inedita maggioranza Pd-Cinque Stelle-Ala, un primo passo verso l’eutanasia legale. "Questo governo di finti moderati impone di fatto l'eutanasia e rende i deboli più deboli", ha accusato la capogruppo di Forza Italia al Parlamento Europeo, Elisabetta Gardini. Anche i suoi colleghi di partito italiani, che erano stati lasciati liberi di votare secondo coscienza su un tema così legato alla sensibilità personale, ieri in Senato si sono pronunciati in blocco per il no. “Era inevitabile che la regolamentazione normativa di una materia tanto complessa portasse spesso il confronto d'idee a sfociare in contrasti ideologici, talvolta anche esasperati”, commenta in una nota il decano dei luterani italiani, “ora è importante superare questi contrasti, comprendendo anche chi, oggi, si sente smarrito davanti a un cambiamento così rilevante per ciascun individuo, ogni famiglia, l'intera società".
"Sono convinto che oggi l'Italia abbia compiuto un grande passo di civiltà”, ha concluso Bludau, “la concezione luterana è fondata sulla Bibbia da cui ha origine l'attitudine ad accettare il limite della vita e a integrare il poter-dover lasciar andare”.
Durante la discussione in aula alla Camera, la scorsa primavera, la Celi aveva pubblicato anche un “Vademecum per il fine vita da una prospettiva cristiana”, mirato ad offrire un “orientamento sul tema delle direttive anticipate di trattamento da molteplici prospettive: teologica, etica, medica e giuridica”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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