Festeggiano Partito democratico e bersaniani. Si oppone la Lega, insorgono i centristi. Forza Italia lascia libertà di scelta, ma i suoi senatori votano in massa per il no. Si rallegrano i grillini, impazienti di contribuire all'approvazione di una legge di peso in vista della campagna elettorale. Il biotestamento, già licenziato dalla Camera ad aprile, riceve il via libera definitivo da parte del Senato, con 180 sì, 71 no e 6 astenuti. Si palesa nell'Aula di Palazzo Madama una strana maggioranza, formata da sinistre e Movimento 5 Stelle, che forte dell'appoggio del gruppo Ala di Denis Verdini riforma la disciplina sul fine vita.
Ma a festeggiare più di tutti sono i radicali. Marco Cappato, che a febbraio di quest'anno ha accompagnato in Svizzera a morire Dj Fabo, guarda già al nuovo obiettivo: la legalizzazione dell'eutanasia e del suicidio assistito.
In una nota, Cappato e Filomena Gallo, rispettivamente tesoriere e presidentessa dell'associazione Luca Coscioni, sottolineano che il prossimo passo è «consentire libertà di scelta anche a quei malati che non sono attaccati a una macchina e non hanno terapie vitali da poter sospendere». Di «via italiana all'eutanasia» parla anche il senatore di Idea Gaetano Quagliariello, che conferma la propria ferma opposizione, anche per il futuro «quando un nuovo Parlamento vedrà ribaltati i rapporti di forza», e una «maggioranza di centrodestra» modificherà il testo. Proprio Quagliariello aveva proposto un emendamento, respinto dall'Aula, che chiedeva di non equiparare idratazione e nutrizione artificiali ai trattamenti sanitari. Nulla da fare. Tutte le modifiche sono state respinte dalla maggioranza dem-grillini-bersaniani che, con l'aggiunta delle truppe di Verdini, ha superato indenne le forche caudine dei voti segreti, rendendo il voto in aula di ieri poco più di una formalità.
Fortemente contrario alle nuove norme sul fine vita il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri. Secondo l'esponente di Fi, la nuova legge «introduce l'eutanasia, cancella l'obiezione di coscienza dei medici, obbliga qualsiasi struttura pubblica o privata a obbedire a un editto statalista e a tratti stalinista». Alla fine, quasi tutti gli azzurri presenti in aula si sono espressi contro il biotestamento assieme alla Lega e ai centristi, come anticipato durante le dichiarazioni di voto dal senatore Sante Zuffada. Quest'ultimo ha però sottolineato «la decisione di lasciare libertà di coscienza e, quindi, di voto a ogni senatore di Forza Italia». Al momento del voto finale, nell'aula di Palazzo Madama c'erano 31 senatori forzisti su 44. Di questi, calcola Gasparri, «29 contrari» al ddl. Franco Carraro, in dissenso con la maggioranza del gruppo parlamentare di Fi, non ha partecipato alla votazione perché convinto che la legge abbia «più aspetti positivi che negativi».
Grillini e sinistre cantano vittoria. Su Twitter, il premier Paolo Gentiloni parla di «passo avanti per la dignità della persona». Per Matteo Renzi, «l'impegno adesso è accompagnare con cura e amore - e sempre maggiori risorse - chi vive la malattia». I 5 Stelle sono lesti a prendersi il merito della legge, «frutto dell'unificazione di più proposte, la prima delle quali è del Movimento», scrivono i parlamentari in una nota congiunta.
Per Roberto Speranza, il biotestamento è «una delle pagine migliori di questa legislatura». Si lecca le ferite la Cei. Per i vescovi, parla all'Adnkronos Massimo Angelelli, direttore dell'ufficio per la Salute, secondo cui si tratta di una «legge fragile, preoccupante, che presenta un percorso eutanasico».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.