Il bollettino choc della Sicilia: "65 nuovi casi, 58 migranti"

I dati sul Covid parlano chiaro: il 90% dei nuovi contagiati si conta tra i migranti. Musumeci attacca: "Avanti con ordinanza"

Il bollettino choc della Sicilia: "65 nuovi casi, 58 migranti"

In Sicilia la situazione sul fronte della gestione dell'immigrazione è sempre più fuori controllo. I casi di contagio tra i migranti aumentano e l'isola deve fare i conti con una bomba Covid da non sottovalutare. E a preoccupare (e non poco) l'amministrazione regionale è il bollettino di oggi. I numeri parlano chiaro: su 65 nuovi casi, 58 sono migranti. Un dato che arriva proprio nella giornata in cui si è acceso ancora di più lo scontro tra la stessa Regione e il Viminale. Sul campo infatti resta l'ordinanza del governatore, Nello Musumeci, che prevede lo sgombero degli hotspot a partire dalla mezzanotte. L'ordinanza è stata liquidata dal Viminale come una atto dal poco valore giuridico. Ma su questo fronte lo stesso Musumeci ha annunciato battaglia: "Nelle sedi opportune e davanti la magistratura ognuno farà valere le proprie ragioni. Se la mia ordinanza entro mezzanotte non verrà rispettata ci troveremo di fronte un atto grave di omissioni contro cui andrò a procedere. Il mio unico compito è quello di gestire l’emergenza Covid. Sul piano politico ho già parlato con la ministra Lamorgese diverse volte, ho chiesto di intervenire, ho chiesto la nave in rada per i positivi, ho chiesto un ponte aereo, lo stato d’emergenza per Lampedusa; non si può pensare che la nostra sia una terra in cui gestire un fenomeno che viene gestito male. Si faccia quel che si deve fare, si chiudano questo obbrobriosi centri, si dia dignità a questi migranti".

Parole che lasciano intuire come possa essere duro lo scontro che si profila all'orizzonte tra la Regione e il governo. Uno scontro che va avanti ormai da giorni. La regione Sicilia intanto ha già fatto un passo avanti. Con una circolare l'assessorato alla Sanità ha chiesto alle Aziende sanitarie provinciali e alla prefetture "una celere ricognizione e puntuale indicazione del numero dei soggetti migranti, attualmente ospitati all'interno dei centri di accoglienza/hotspot insistenti sulla provincia di pertinenza, o altro genere di strutture eventualmente interessate dalle disposizioni dell’ordinanza regionale".

Insomma la Sicilia si prepara a dar seguito nei fatti all'atto varato dal governatore. E proprio su questo fronte, lo stesso Musumeci ha rincarato la dose a Stasera Italia su Rete 4: "A mezzanotte scade il termine della mia ordinanza, cosa accadrà? Se lo Stato dovesse dirmi 48 ore non bastano e chiede una settimana va benissimo. Ma io non posso far finta di niente. Dopo la mezzanotte ci penseranno le prefetture ad eseguire la mia ordinanza, come hanno fatto con le due precedenti ordinanze, ci penseranno le prefetture attivando le forze dell’ordine - ha spiegato Musumeci - se ricevessero una telefonatina da Roma per dire: non eseguire l’ordinanza di Musumeci, saremo difronte a una vera e propria omissione d’atti d’ufficio. E non resterebbe che rivolgermi alla magistratura, a meno chè entro mezzanotte il Governo non voglia impugnare la mia ordinanza e a quel punto andremo davanti alla magistratura amministrativa e ognuno farà valere le proprie ragioni.

Io credo di stare solo compiendo il mio dovere come soggetto attuatore per l’emergenza Covid 19, niente di più, anzi mi scandalizza che nessuno lo abbia sottolineato prima". Il dato del bollettino di oggi però alza ancora di più l'asticella della tensione. E questa volta il Viminale non potrà ignorare la realtà cruda dei numeri.

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