Booster, ecco quando va fatto se si diventa positivi

Cosa succede se si è positivi al Covid-19 e si è già prenotata la prima, la seconda o la dose booster del vaccino? Ecco le risposte dell'esperto

Booster, ecco quando va fatto se si diventa positivi

L'ultimo bollettino anti-Covid in Italia recita 188mila nuovi positivi, l'andamento è questo ormai da giorni e giorni. Nel frattempo, l'87,05% degli over 12 ha completato il ciclo vaccinale (fonte governo) e il 48,9% ha anche ricevuto il booster (terza dose). Ma cosa succede a chi ha prenotato il vaccino (prima, seconda o terza dose che sia) e Omicron ci "anticipa? Bisogna farlo lo stesso o si deve aspettare?

Positivi con terza dose in vista

Se ci si contagia dopo aver completato il ciclo vaccinale (le prime due dosi) e si è in lista per attendere il booster, l'appuntamento dovrà essere rinviato perché chi si contagia è come se lo avesse fatto ed è protetto per i successivi quattro mesi. "L'infezione naturale è un booster aggiornato e rafforzato in quanto stimola l'immunità cellulo-mediata e ha un complesso antigenico superiore a quello dei vaccini attualmente disponibili", afferma a Repubblica il Prof. Francesco Broccolo, docente di Microbiologia Clinica presso l'Università Milano-Bicocca.

Positivi in attesa di seconda dose

Ovviamente, può contrarre il Covid anche chi si è da poco vaccinato con la prima dose: anche in questo caso, se si è contratta la variante Delta o Omicron che sia, è "come se avesse già ricevuto anche la seconda dose ed è coperto per almeno altri 4 mesi", afferma il microbiologo, spiegando che l'infezione naturale contratta ora "è equiparabile ad una dose rafforzata e aggiornata con la variante del momento e con più proteine immunogene. Quindi, il soggetto una volta guarito andrà a fare il vaccino non prima dei 4 mesi successivi".

Positivi in attesa di prima dose

Gli "ex" no vax che decidono, finalmente, di sottoporsi al ciclo vaccinale ma la variante di Sars-Cov-2 anticipa il momento tanto atteso, possono aspettare perché il loro organismo è stato ormai infettato e verranno sviluppati gli anticorpi contro il virus. Come ormai sappiamo da tutti gli studi in circolazione, anche l'immunità naturale ha una durata limitata. Una circolare del Ministero della salute afferma che la prima dose potrà essere fatta "preferibilmente entro i sei mesi ma non oltre i 12 mesi". Dal 1° febbraio, la legge stabilisce che il green pass per questi casi sarà valido "soltanto per sei mesi".

Come fare se si è asintomatici

Chi, invece, non avesse alcun sintomo (pur essendo positivo) ed è in attesa di vaccinazione, i modi per scoprirlo sono molteplici: ovviamente un tampone molecolare (più affidabile del rapido) ma anche un altro tipo di test, "quelli che individuano gli anticorpi antinucleo (test anti-N) che sono evocati soltanto dall'infezione naturale e non dal vaccino. Quindi, se un soggetto asintomatico che magari è stato a contatto con un positivo e deve fare il booster effettua questo tipo di test e trova questi anticorpi, non deve fare il richiamo perché sarebbe come fare una quarta dose e come dice Ema non abbiamo dati di efficacia al momento", spiega a Repubblica il prof. Broccolo. Massima libertà ma nessuna indicazione dal ministero, invece, in chi effettua un test sierologico per controllare lo stato degli anticorpi.

Quanto protegge l'infezione naturale

In tutti i casi sopra menzionati, chi contrae il virus è come se avesse effettuato più di una dose di vaccino "perché l'infezione naturale è più protettiva della prima dose del vaccino in quanto viene attivata l'immunità cellulo-mediata. Inoltre, con la malattia è come se si fosse immunizzato con un virus aggiornato, cioè quello della variante Omicron o Delta". E poi, è un'immunità più "aggiornata" rispetto a quella dle vaccino che, fin quando non arriverà la primavera con quello tarato per Omicron, rimane quello "vecchio" sul primo Covid di Wuhan.

Chi volesse "programmare" il booster (sempre entro i limiti di legge), può vedere quanti anticorpi neutralizzanti possiede considerando che l'unità di misura dell'Oms, chiamata "Bau", deve essere inferiore a mille. Superiore a quella soglia "non ha senso fare il booster tanto più che si ha la possibilità di attendere un nuovo vaccino aggiornato rispetto alla variante Omicron e che dovrebbe arrivare in primavera", conclude.

Stesso discorso per i bambini e gli adolescenti: chi riesce ad arrivare entro il limite di scadenza del green pass, l'esperto consiglia di attendere la primavera per avere a disposizione i nuovi vaccini aggiornati e più efficaci contro Omicron.

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