Gianluca Masserdotti, 54enne carrozziere di Flero, comune in provincia di Brescia, è morto dopo aver ricevuto il vaccino AstraZeneca. I suoi familiari adesso vogliono delle riposte chiare. La figlia Giulia: “ Mio padre era sano. Perché sia finita così non riusciamo a spiegarcelo”. L’uomo è deceduto nel pomeriggio di giovedì 10 giugno, in seguito a diversi episodi trombotici. La Procura di Brescia ha aperto un fascicolo per capire se la morte del 54enne possa essere riconducibile alla inoculazione della prima dose del vaccino AstraZeneca, somministrata il 29 maggio. I dubbi naturalmente vengono, soprattutto se, come asserito dai suoi familiari, Gianluca godeva di buona salute e non aveva malattie pregresse. Il carrozziere era solito pranzare ogni giorno con la mamma Marianna ed era tifoso del Brescia Calcio.
Il malore dopo il vaccino AstraZeneca
La sorella Sonia ha raccontato al Corriere che “tra una ventina di giorni potrebbero arrivare risposte dai risultati delle analisi specifiche, eseguite appena Gianluca è arrivato in ospedale, disposte quando i medici hanno saputo che era stato vaccinato da poco, diagnosticando un’ischemia e un’emiparesi sinistra. Non è escluso che avesse già un trombo mai diagnosticato e che il vaccino abbia innescato questo processo che non gli ha dato scampo. Quando è arrivato al pronto soccorso aveva le piastrine praticamente azzerate, e, forse, con il vaccino in corpo, il suo fisico non è riuscito a reagire, nonostante i medici abbiano fatto di tutto per salvarlo”. Come abbiamo detto precedentemente, il 54enne aveva ricevuto la prima dose di AstraZeneca il 29 maggio e, subito dopo, era indolenzito e aveva qualche linea di febbre, durata circa un paio di giorni.
La sua compagna, Cinzia Del Regno, ha spiegato che “nei giorni successivi, però, si sentiva molto stanco”. Nel fine settimana poi, la situazione si era aggravata ulteriormente. “Aveva un fortissimo mal di testa, si sentiva le gambe pesanti, ma domenica mattina aveva trovato la forza di giocare con mia figlia, prima di colazione. Quando si è alzato dal divano è caduto a terra, rigido. L’ambulanza è arrivata alle 9. Alle 10 in ospedale gli stavano già facendo un’angiografia per rimuovere il trombo” ha precisato la donna che ha poi proseguito sottolineando che nella notte tra lunedì e martedì il suo compagno ha subito un altro intervento chirurgico per alleggerire la pressione sul cervello causata da un altro trombo. Mercoledì i medici ne hanno dichiarato la morte cerebrale e il suo corpo è stato trasferito al Civile per il prelievo degli organi.
La sorella: "Meglio delle analisi prima del vaccino"
Gianluca era infatti un donatore ma, a causa dei vari trombi, è stato possibile asportare solo il fegato e i reni. La figlia ha ricordato il padre: “abbiamo perso davvero tanto, un uomo per bene, semplice, con la testa sulle spalle e tanta gioia di vivere”. Anche se non convivevano puntualmente, ogni sera il 54enne si collegava in videochiamata per dare la buonanotte alla sorella. “È sempre stato detto che era meglio evitare di somministrare AstraZeneca sotto i 60 anni. E poi mio fratello e la ragazza di Genova diventano “quell’unico caso su 100 mila”. Perché? Forse era meglio consigliare di fare delle analisi prima del vaccino. Se mio fratello aveva effettivamente un problema latente, sarebbe stato diagnosticato e, forse, non saremmo arrivati a questo punto.
Ci vuole più tutela per chi si vaccina” ha asserito Sonia. Questa mattina è stata aperta la camera ardente all’obitorio del Civile. I funerali saranno lunedì alle 10.30 nella parrocchiale di Flero.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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