Accogliendo i ricorsi effettuati dalla procura generale di Palermo e dall'avvocatura dello Stato, la quarta sezione penale della corte di Cassazione ha deciso di annullare con rinvio l'ordinanza tramite la quale la corte d'Appello di Palermo aveva riconosciuto a Bruno Contrada la riparazione per ingiusta detenzione.
I giudici palermitani avevano determinato lo scorso 6 aprile il riconoscimento di un risarcimento di 667mila euro da elargire all'ex numero due del Sisde (Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica) dopo che quest'ultimo aveva inoltrato tale richiesta tramite i suoi legali. Tale risarcimento, causa ingiusta detenzione, per l'ex capo della squadra mobile di Palermo, è stato disposto sulla base della sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo che aveva riconosciuto la non eseguibilità della sua condanna a 10 anni per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Corte europea che nel 2015 si pronunciò a favore di Contrada a causa dell'inadeguatezza della giurisprudenza italiana al momento dei fatti contestatigli. Il concorso esterno in associaazione mafiosa, infatti, venne tipizzato e definito con precisione solo a partire dal 1994, mentre i reati ascritti all'ex funzionario del Sisde risalivano ad anni precedenti (1979-1988).
Prendendo spunto da tale determinazione della corte di Strasburgo, quindi, i legali di Contrada avevano presentato una richiesta di risarcimento, riconosciuta dalla corte d'Appello di Palermo ed ora invece annullata con rinvio dalla corte di Cassazione. "Aspettiamo di leggere le motivazioni per un esame più approfondito, ma è evidente fin d'ora che la Corte di legittimità non ha dato esecuzione alla sentenza di Strasburgo, secondo cui Contrada non andava né processato, né condannato", ha spiegato con disappunto l'avvocato di Contrada Stefano Giordano, come riportato da Agi. "Ora la palla passa nuovamente alla Corte d'Appello palermitana", ha proseguito il legale. "Ma, comunque andrà a finire la vicenda, è probabile che il Contrada non vedrà mai un centesimo di quanto gli spetta, considerate la sua età e le sue condizioni di salute e la lunghezza dei tempi processuali".
Lo stesso Bruno Contrada, oggi 89enne, ha espresso ad Agi tutta la delusione per la sentenza.
"Ho sempre avuto grande rispetto dell'opinione della stampa e ho sempre risposto ai giornalisti. Ma oggi non ho nulla da dire. Non è per malanimo o per altre ragioni ma", ha concluso l'ex funzionario del Sisde, "mi creda su questo non ho niente da dire".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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