Bunker nucleare più grande d’Italia: dove si trova

L'Italia possiede un bunker antiatomico in grado di sostenere una potenza cinque volte più forte della bomba di Hiroshima: ecco dove si trova ma perché potrebbe non essere più sufficiente con la tecnologia in campo oggi

Bunker nucleare più grande d’Italia: dove si trova

I recenti sviluppi della guerra in Ucraina voluta da Putin e le minacce dello zar su un possibile uso del nucleare, hanno acceso anche negli italiani la paura per uno spettro che sembrava ormai morto e sepolto dalla fine di Chernobyl. Come siamo messi, in Italia, in caso di attacco atomico? Non benissimo, nel senso che se i rifugi antiaerei abbondano da nord a sud nelle grandi città come Torino, Milano, Roma e Napoli, molto più scarna è la situazione che riguarda i bunker antiatomici tant'è che sono partite le richieste di preventivi per sapere il prezzo di costruzioni personalizzate.

Cos'è "West Star"

Che sia una coincidenza del destino o meno, il super rifugio antiatomico più grande d'Italia si trova ai piedi del Monte Moscal, da non confondere con la capitale russa grazie alla "l" finale. Si trova nel piccolo Comune di Affi, 2.360 abitanti in provincia di Verona, in Veneto. Si chiama West Star, letteralmente "Stella d'Occidente", nome in codice militare utilizzato dalla Nato che contraddistingueva il bunker segreto del "Comando Forze Terrestri Alleate del Sud Europa". Il nome fu scelto per contrapporlo al concetto di "Stella rossa" quando ci si trovava in guerra fredda. Come riporta il Corriere del Veneto, è l’unico rifugio antinucleare in Italia che può di resistere a 100 chilotoni, in pratica una potenza cinque volte più forte della bomba sganciata su Hiroshima. La sua costruzione è datata anni Sessanta, ha una superficie di 13mila metri quadrati ed è collocato a 150 metri sotto terra. Per tanti anni, gli abitanti di Affi furono gli unici proprietari del bunker prima di cederlo, nel 2018, ai ministeri della Difesa e della Finanza.

Come si "riattiva"

Oltre ad essere il più grande e sicuro d'Italia, sarebbe anche l'unico che si potrebbe rimettere in funzione facilmente per essere stato dismesso soltanto di recente, nel 2010. "Il bunker era stato costruito per ospitare fino a mille persone. Purtroppo, però, vanno rimessi in funzione almeno gli impianti indispensabili, quali la chiusura ermetica delle porte antiatomiche e tutto l’impianto di areazione che permetterebbe la respirazione alle persone per molti giorni", ha affermato al Corriere il generale Gerardino De Meo, ex comandante Nato ed ex comandante di West Star. Più dubbioso il sindaco di Affi, Marco Giacomo Sega, secondo il quale sarebbero necessari "un sacco di soldi per rimettere in funzione il 'buco', come lo chiamavamo noi", afferma, oltre a non essere qualcosa che si possa fare dall’oggi al domani ma ci "vuole almeno un anno".

Cosa accadrebbe oggi

Quale sarebbe lo scenario, per il momento piuttosto improbabile, di guerra nucleare? "Non saprei rispondere - afferma De Meo. Il bunker di Affi resiste a 100 chilotoni, ma le bombe di adesso possono raggiungere 10 megatoni, vale a dire cento volte di più dei 100 chilotoni".

In pratica, se quella sganciata su Hiroshima era di 15 chilotoni, è facile fare il conto. "Ma anche venissero usate bombe meno potenti, dai 40 ai 70 chilotoni, basta una di queste per spazzare via una città come Milano", conclude.

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