Il copione è lo stesso visto varie volte negli ultimi anni in tutta Italia. Il business dell'accoglienza fa gola a molti e in alcuni casi si arrivano a falsificare i dati pur di vincere i bandi e vedersi assegnare un numero importante di migranti da ospitare.
La truffa questa volta è stata scoperta a Verona. Qui la Guardia di Finanza ha spulciato nella documentazione presentata da una ditta appartenente a un imprenditore veronese di 60 anni impegnata, almeno sulla carta, in attività sportive. Tuttavia tra il 2016 e il 2018 la società si è vista assegnare bandi per l'accoglienza che le hanno fruttato 12.242.711 Euro.
Soldi ottenuti, secondo gli inquirenti, illecitamente. A testimoniarlo il sequestro di questa cifra alla ditta e al suo rappresentante legale, adesso indagato per truffa aggravata nei confronti della Prefettura di Verona, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e turbata libertà degli incanti. I finanzieri hanno accertato presunte falsificazioni in sede di gara. La società, in particolare, ha attestato un oggetto sociale diverso da quella originario. Inoltre sono state dichiarate, sempre tra i documenti presentati per partecipare ai bandi, esperienze nel campo dell'accoglienza in realtà mai attestate.
Ad esempio, la società ha dichiarato di aver già ospitato migranti in occasione di precedenti crisi umanitarie, come nel caso dell'Albania nel 1989 e delle guerre nella ex Jugoslavia tra il 1991 e il 1995. Tuttavia la ditta è risultata essere stata fondata soltanto nel 2000, in un momento successivo alle crisi a cui ha fatto riferimento.
Non solo, ma nei documenti per i bandi la società ha ufficialmente indicato nell'oggetto sociale di “operare in un settore di intervento pertinente con i servizi di assistenza alla persona, di accoglienza e di integrazione”. Ma le indagini della Guardia di Finanza hanno attestato come invece l'oggetto sociale depositato alla Camera di Commercio prevedeva soltanto attività in ambito sportivo.
Grazie però a queste due presunte falsificazioni, alla fine la ditta si è vista assegnare dei bandi. In tre anni all'interno delle proprie strutture sono stati ospitati 700 migranti. Peraltro, come accertato sempre dai finanzieri di Verona, il numero degli operatori utilizzati per l'accoglienza dei migranti non era idoneo alla gestione dei servizi di assistenza.
L'accoglienza sarebbe stata svolta inoltre in alcune strutture abitative indicate come idonee ad ospitare gli immigrati, ma che in realtà non possedevano i necessari requisiti di idoneità richiesti dal bando.
Le indagini della Guardia di Finanza hanno infine svelato criticità e anomalie in tema di sub-appalto. La ditta vi aveva fatto ricorso secondo gli inquirenti non per garantire i servizi di pulizia e di fornitura pasti, come previsto dal bando, ma solo per esigenze di alloggio e di accompagnamento dei profughi.
Quanto emerso a Verona ha ancora una volta permesso di portare alla luce tutto ciò che ruota attorno al mondo dell'accoglienza. Di truffe e tentativi di affari facili ne sono stati svelati parecchi in tutta Italia, soprattutto a partire dal 2015, anno in cui l'emergenza immigrazione ha assunto proporzioni importanti. Nell'ultimo quinquennio più volte gli inquirenti hanno scoperto in che modo i soldi dell'accoglienza sono stati intascati illecitamente da chi ha lucrato sulla necessità di ospitare quanti più migranti possibili.
Su quest'ultima indagine è intervenuta anche la Lega.
"Ancora un abuso, ancora una dimostrazione tangibile di quanto la Lega ha sempre detto: dietro al fenomeno dell'immigrazione clandestina c'è un sistema parallelo che ne sfrutta i movimenti - si legge in una nota dei senatori Paolo Tosato e Cristiano Zuliani - Grazie al Comando Provinciale di Verona della Guardia di Finanza, che ringraziamo per l'opera sempre puntuale e a garanzia della collettività, emerge localizzato nella nostra provincia, un quadro inquietante di comportamenti fraudolenti ai danni dello Stato per oltre dodici milioni di euro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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