Se non ci saranno imprevisti dell’ultimo minuto dal prossimo lunedì molte Regioni italiane potrebbero cambiare colore e ritrovarsi in "zona gialla". Il declassamento, che indica un minore rischio sanitario per un determinato territorio, avrà un significato decisamente diverso rispetto a quanto avviene fino ad oggi. Con il decreto in arrivo, infatti, i cittadini avranno modo di pensare davvero alla ripartenza dopo un lungo periodo segnato da restrizioni per contenere il Covid-19.
Gli abitanti delle Regioni gialle potranno, infatti, tornare al ristorante a pranzo e a cena, seppur in locali con tavoli all’aperto, andare a cinema a teatro e nei musei (nelle sale la capienza sarà limitata), praticare sport di contatto come calcetto e basket all’aperto e spostarsi liberamente verso altri territori del medesimo colore. Il coprifuoco è fissato sempre alle 22 ma non si escludono sorprese: la Lega spinge con forza per posticipare di un’ora il rientro obbligatorio a casa.
Il momento clou per capire se davvero gran parte dell’Italia sarà colorata di giallo è fissato al prossimo venerdì quando usciranno i dati del monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità. Va ricordato che le regole anti-contagio attualmente in vigore non saranno modificate nel prossimo decreto sulle riaperture che si discuterà nel Consiglio dei ministri di oggi. In base a tali norme sono obbligatorie due settimane in fascia arancione e "quattordici giorni in un livello di rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive" per poter passare in area gialla. Due, invece, i parametri da rispettare: indice Rt sotto 1 e il "rischio complessivo", risultato del calcolo di 21 parametri, basso o moderato.
Se i numeri diffusi dall'Iss saranno buoni, ci sarà la svolta. Certo, la strada per il ritorno alla normalità sarà ancora lunga ma sarebbe un primo importante passo per lasciarsi alle spalle l’incubo coronavirus. Le Regioni in vista della promozione, almeno secondo il pensiero espresso dal ministro degli Affari regionali Mariastella Gelmini, potrebbero essere anche più di 11.
Tutte le Regioni che sperano nel giallo
Al momento non ci sono certezze. Però appare probabile che se nel prossimo monitoraggio sarà confermato l’andamento delle ultime settimane, le Regioni che passeranno in giallo dovrebbero essere Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto Adige, Umbria, Marche, Abruzzo, Lazio, Molise. Il motivo è legato anche all’indice Rt che in questi territori è di molto sotto 1. Ci sono, poi, i casi di Toscana, Liguria e Basilicata che hanno un Rt vicino a 1 e un "rischio complessivo" basso o moderato.
Ma sarebbe sbagliato illudersi. Perché non si può escludere che qualcuno alla fine resti arancione. Questo colore dovrebbe essere confermato per la Campania, la Calabria e la Sicilia. Da valutare la situazione in Puglia, attualmente rossa.
Tutto dipenderà dall’incidenza settimanale dei casi, quella che fa scattare automaticamente la fascia con le maggiori restrizioni: se si resterà sotto quota 250 (oggi è a 239) allora possibile che ci sia una promozione. Rosso confermato, invece, per la Sardegna e la Valle d’Aosta- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.