Vaticano, Duomo, la Scala. Non ci vuole certo l'Fbi per capire quali siano le location che fanno particolarmente gola all'Isis. Occhio invece a non sottovalutare un punto geopolitico d'Italia finora abbastanza trascurato dagli intelligentissimi dell'intelligence: le Bocche di Bonifacio.
Superare l'esile confine acquatico che separa la Sardegna dalla Corsica, nonché il nostro Paese dalla Francia, è come bere un bicchier d'acqua per un terrorista che magari ha già solcato il Mediterraneo su un barcone pieno di profughi: che volete che sia un canale di undici chilometri comodamente attraversabile in gommone. La Polizia di Stato di Santa Teresa di Gallura e la Gendarmeria di Bonifacio si salutano da un faro all'altro scambiandosi segnali di rassicurazione: qui è tutto sotto controllo, dicono sulla costa gallurese, idem sulle scogliere francesi. Con la piccola differenza che in Francia, quindi anche in Corsica, a breve verranno serrate tutte le frontiere, comprese quelle portuali. Cosa che, lo sanno ormai anche i bambini, non accadrà in Italia, dunque nemmeno in Sardegna.
Ciò significa che un potenziale jihadista può approdare indisturbato sul litorale settentrionale dell'isola e attendere il momento giusto per colpire qui o altrove, usando la regione dei quattro mori come terra di passaggio.
E non è affatto un'ipotesi strampalata visto che Olbia, a quanto pare, è la meta turistica preferita degli islamisti: ad aprile sono stati scoperti undici presunti componenti di Al Qaeda, rinviati a giudizio il prossimo 17 dicembre presso il tribunale di Sassari, mentre a ottobre sono stati espulsi due giovanissimi fan di Al Baghdadi. La sirena risuona anche nelle Bocche di Bonifacio. Sperando che l'eco giunga agli auricolari dei servizi segreti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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