Tensioni, urla e spintoni. "Da domani sarà guerra, porteremo qui duemila persone e inizieremo a sparare". È accaduto a via del Quadraro, nella capitale, nel tardo pomeriggio di oggi. Quando dopo lo sgombero e l'abbattimento delle ville abusive della famiglia Casamonica, circa 15 persone hanno tentato di forzare il posto di blocco, spingendo a terra alcuni agenti della polizia municipale. Gli uomini fermati, portati negli uffici delle forze dell'ordine per la procedura di identificazione, sarebbero tre. Alcuni di loro, poco prima degli sgomberi, avrebbero tentato di dare fuoco a della legna (davanti all'ingresso dell'area di sicurezza) come azione dimostrativa e avrebbero bloccato la strada agli agenti con alcune auto.
Il tentativo dell'avvocato dei Casamonica
Secondo quanto riportato da Repubblica, la notte scorsa sono proseguite le demolizioni dei primi caseggiati illegali. Tra le prime abitazioni a essere abbattute, a lato della ferrovia, quella di Guerrino Casamonica, considerato uno dei capi del clan. Al suo interno, le forze dell'ordine avrebbero scoperto delle botole nascondiglio. Tiziano Gizzi, legale di alcuni componenti della famiglia, avrebbe dichiarato di aver "formalizzato un incidente di esecuzione contro l'ingiunzione dell'abitazione" dei suoi assistiti: "Dalle mie verifiche emerge che il reato di abuso edilizio (su cui si basa l'ingiunzione di demolizione) è ormai prescritto". Il legale avrebbe anche notificato al Comune di Roma un'istanza di accesso agli atti "per verificare la regolarità delle notifiche dei provvedimenti" che dispongono l'abbattimento delle otto villette. Gizzi ha fatto sapere di aver inviato un documento a Roma Capitale "diffidando dal proseguire le demolizione, attendendo gli opportuni riscontri".
La promessa di Matteo Salvini
Il ministro dell'Interno, che già era intervenuto sul caso, su Facebook ha fatto sapere che lunedì sarà di nuovo presente alla confisca di un'altra villa al clan dei Casamonica. "La pacchia è stra-finita", ha aggiunto Matteo Salvini al termine del suo post. Il vice presidente del Consiglio, lunedì, tornerà su invito della Regione Lazio che, da tempo, aveva annunciato per il 26 novembre l'abbattimento di una delle grandi abitazioni della famiglia sinti, in via Rocca Bernarda, a Romanina. Secondo i piani, al posto dell'edificio sorgerà un parco. Poco lontano da lì, un'altra struttura legata al clan, sequestrata da tempo e diventata un bene pubblico, è in fase di ristrutturazione ed è stata affidata alla regione e a un'associazione benefica.
Raffaele Casamonica in carcere per maltrattamenti
Nei giorni scorsi sarebbe stata data anche esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare in carcere a Rebibbia, per abusi anche a danno delle due figlie e violenza sessuale, nei confronti di Raffaele Casamonica. Nel mese di aprile, infatti, su delega della Procura della Repubblica presso il tribunale di Roma, la IV sezione della squadra mobile di Roma aveva avviato una riservata attività di indagine sul 47enne, già detenuto con fine pena nel 2031. Nella vicenda, questa volta, sarebbe coinvolta una donna che, dopo anni di convivenza e matrimonio con l'uomo, è riuscita a denunciare le violenze nei suoi confronti. La moglie, che aveva conosciuto Casamonica in un Paese dell'Europa centrale nel 2004 e lo aveva sposato nel 2013, avrebbe dichiarato di aver scoperto soltanto tempo dopo l'appartenenza familiare del marito. Che a lei aveva dato generalità false.
Una violenza senza fine
Costretta a vivere un rapporto fatto di prevaricazioni continue, umiliazioni, obblighi e percosse, in stato di totale isolamento, la donna avrebbe riferito di essere stata costretta a rapporti sessuali imposti. Secondo quanto riportato dalla moglie, un ruolo centrale lo aveva proprio la famiglia Casamonica. Che l'avrebbe obbligata a tenere una condotta coerente alle loro usanze, anche per quanto riguardava l'educazione delle bambine, l'abbigliamento e la lunghezza dei capelli. Ha riferito anche delle gravi minacce di morte ricevute dopo la carcerazione del marito, poiché aveva deciso di non sottostare più alle regole familiari del clan.
Tra gli arrestati anche una donna
Nelle stesse ore è stata arrestata dai Carabinieri della Compagnia di Castel Gandolfo, su disposizione della Procura Generale presso la Corte d'Appello di Roma, anche la moglie di Ferruccio Casamonica e cognata di Vittorio, morto tre anni fa, i cui funerali destarono un certo scalpore tra l'opinione pubblica.
La 63enne, fermata nella sua villa in zona Anagnina, dovrà scontare una pena di tre anni e due mesi, per il reato di estorsione continuata commessa ai danni di vari esercenti, tra Roma e i Castelli Romani, dal 1999 al 2003. Nel 2015 il figlio, Guido Casamonica, fu arrestato con le accuse di usura ed estorsione ai danni di un commerciante di marmi iraniano Mehdi Denhavi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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