Il telefono di Liliana Resinovich sta rivelando qualcosa in più sui suoi ultimi mesi di vita. Potrebbero non significare nulla ai fini della risoluzione del giallo, ma c’è un dettaglio che sarà cruciale per gli inquirenti: l’app con il contapassi che Lilly aveva su uno degli smartphone in suo possesso. E poi ci sono chiamate, ricerche su Google. Gli inquirenti dovranno interpretare tutto questo materiale e probabilmente altro che ancora non è stato diffuso.
La donna è scomparsa il 14 dicembre 2021 e il suo corpo è stato ritrovato il 5 gennaio successivo in un’area verde attigua all’ex ospedale psichiatrico di Trieste. Un uomo, Claudio Sterpin, che da giovane aveva avuto una relazione con Lilly, aveva raccontato di aver riallacciato i rapporti lo scorso agosto, sebbene tuttavia i due non si siano mai persi davvero di vista in questi decenni.
Cosa c’era nel telefono di Liliana
A “Quarto Grado” sono stati forniti in esclusiva i primi dati emersi dai device di Liliana detta Lilly. Ci sono due ricerche particolari. A luglio 2021 la donna ha cercato su Google la frase “Come divorziare senza avvocato”. A novembre poi ha cercato “Quanto tempo per ottenere il divorzio”. Inoltre esistono sul suo smartphone delle ricerche relative a un appartamento a Trieste di grandezza compresa tra 40 e 60 metri quadri. Per chi cercava una casa: per il marito Sebastiano Visintin come sostiene Claudio, oppure era una di quelle ricerche casuali che tanti fanno sul mercato immobiliare locale, magari anche per aiutare gli altri - dato che la donna pare fosse molto altruista?
Ci sono poi le chiamate in entrata e in uscita: Liliana ha avuto 1100 contatti con Claudio e 500 con Sebastiano, ma non si sa in quale segmento di tempo siano avvenute queste telefonate. Sebastiano ha spiegato a “Quarto Grado” che chiaramente i suoi contatti sono inferiori perché lui con Lilly ci viveva insieme: “Bisognerà analizzare, vedere, capire le date in cui sono state fatte queste ricerche. Non ho riscontrato niente di anormale nella nostra vita”, ha commentato il marito.
Il mistero del contapassi
C’è poi il giallo del contapassi. Come detto, Liliana aveva sul telefono un’app contapassi che la mattina della sua scomparsa, alle 8.30, ha conteggiato 11 passi, per una lunghezza di 7 metri. L’orario andrà incrociato con le testimonianze delle telecamere che l’hanno inquadrata quella mattina attraverso le strade di Trieste.
Al momento si sa che Sebastiano afferma di essere uscito di casa alle 7.40 per effettuare delle consegne - l’uomo affilava coltelli per conto di alcuni esercizi commerciali locali. Si sa anche che alle 8.22 Lilly ha avuto una brevissima telefonata con Claudio: il presunto amante afferma di aver preso accordi con lei, che le diceva di dover passare dal negozio di telefonia. Una fruttivendola afferma invece di aver visto Liliana alle 8.30: qualcuno aveva il telefono della donna, che è stato poi ritrovato in casa dagli inquirenti?
Sciogliere questo dilemma potrebbe dire qualcosa in relazione alla possibilità che Liliana si sia uccisa o che invece sia stata uccisa da qualcuno. Un qualcuno che ha anche le sue chiavi di casa, mai ritrovate.
Lo scontro tra Sebastiano e Claudio
Intanto continua lo scontro mediatico tra Sebastiano e Claudio, tra botta e risposta a distanza. Claudio ha accusato Sebastiano di aver fatto fare a Lilly “lavori da uomo”, come per esempio ritoccare una parete dove si era creata un po’ di condensa per l’umidità. Sebastiano, dal canto suo, ha ribattuto che Claudio avesse solo “bisogno di una badante”. Ma Claudio è stato lapidario: “Sono tante le badanti che poi dormono con chi le assume per fare anche le badanti”, ha detto a una giornalista di “Quarto Grado”.
L’ombra di un terzo uomo
Ci si continua a chiedere se nel giallo della morte di Liliana Resinovich ci sia un terzo uomo, non uno con cui aveva una relazione, ma forse qualcuno che potrebbe averle fatto pressioni da lei sempre respinte.
Claudio ha raccontato che la donna abbia subito degli “approcci” nelle saune che frequentava con il marito e altre coppie di amici. Ma in realtà più che approcci, dalla narrazione dell’uomo sembra si parli di vere e proprie molestie sessuali, forse taciute al marito per non innescare ulteriori dinamiche con il presunto molestatore.
“Mi ha raccontato un sacco di volte che si ritraeva”, ha detto Claudio, che ha parlato di uomini che le si sedevano molto vicini in sauna, per poi toccarle il piede o la gamba, fino a che lei non andava via indignata.
Le frequentazione di saune era stata messa all’indice dalla famiglia di Lilly fin dagli esordi della sua scomparsa. Attualmente si indaga per suicidio e sequestro di persona, ma non per omicidio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.