Se c'è un problema sulla raccolta dei rifiuti che di fatto inficia il servizio pubblico per cui il cittadino paga, allora c'è il diritto da parte del contribuente a chiedere ed ottenere lo sconto sulla Tarsu. Questa ordinanza della sezione tributaria della Cassazione può cambiare in modo concreto il rapporto tra cittadino e tasse. Tutto parte dal ricorso di una società alberghiera contro un verdetto della Commissione tribuatria della Campania che aveva ritenuto legittimo un avviso di pagamento per la Tarsu del 2008 proprio durante l'mergenza rifiuti. E così la Cassazione ha deciso di ribaltare parzialmente il verdetto con un'ordinanza. Le motivazioni della Cassazione sono precise e ben chiare: "La riduzione della tariffa - in misura non superiore al 40%, come prevede la legge - spetta per il solo fatto che il servizio di raccolta, debitamente istituito e attivato, non venga poi concretamente svolto, ovvero venga svolto in grave difformità rispetto alle modalità regolamentari relative alle distanze e capacità dei contenitori ed alla frequenza della raccolta; così da far venire meno le condizioni di ordinaria e agevole fruizione del servizio da parte dell’utente". E così adesso la decisione dei giudici di piazza Cavour potrebbe dare il via ad una serie di ricorsi.
Infatti la Cassazione precisa che lo sconto serve per ripristinare, in costanza di una situazione patologica di grave disfunzione per difformità della disciplina regolamentare, un tendenziale equilibrio impositivo, entro la percentuale massima discrezionalmente individuata dal legislatore, tra l’ammontare della tassa comunque pretendibile ed i costi generali del servizio nell’area municipale, ancorchè significativamente alterato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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