Qual è il nemico "numero uno" di Papa Francesco

Papa Francesco ha tuonato contro più avversari interni in questi quasi nove anni di pontificato, ma ce n'è uno che continua ad essere citato più degli altri: il "chiacchiericcio"

Qual è il nemico "numero uno" di Papa Francesco

Se Papa Francesco ha un avversario che vorrebbe scardinare, quello è di sicuro il "chiacchiericcio" che a suo dire alberga non solo all'interno della Curia romana, ma in generale anche in tutti gli altri ambienti ecclesiastici.

Sono anni che Jorge Mario Bergoglio tuona contro atteggiamenti che ritiene debbano essere esclusi dalla vita e dagli usi della Chiesa cattolica. L'ultima occasione per ribadire tutta l'avversione provata da Francesco nei confronti del "chiacchiericcio" è stata l'udienza al capitolo generale dei Chierici Regolari Teatini. Il pontefice, in quella circostanza, ha definito questo problema interno alla Chiesa come la "peste più grande". Un'espressione senza mezzi termini (peraltro già sfoderata nel recente passato) che fa il paio con quella che Bergoglio aveva già scelto nel novembre dell'anno appena trascorso, quando aveva parlato di "laureati in chiacchiericcio".

Già due anni fa, nel settembre del 2020, Bergoglio aveva avvertito su come "conflitti" ed "antagonismi" derivassero dal "chiacchiericcio". E così la pastorale sul tema procede sin da quando l'attuale vescovo di Roma siede sul soglio di Pietro o quasi. Per dirne un'altra: quando l'arcivescovo di Parigi Michel Aupetit è stato "dimesso" dal Santo Padre in seguito alle voci su una presunta relazione con una donna, il primo pontefice gesuita ha detto di averlo messo da parte per il "chiacchiericcio" che contornava la vicenda. Insomma, il pettegolezzo, per Francesco, è il paradigma delle cose che non vanno. Ed è un tema che in questo senso lo unisce anche al suo predecessore, Benedetto XVI, che già nel 2010, pur con delle differenze concettuali, aveva parlato di come Gesù accompagna i fedeli "verso il coraggio che non si lascia intimidire dal chiacchiericcio delle opinioni dominanti".

Nel corso di questi giorni, nell'udienza citata, il leit motiv è stato tutto fuorché modificato: "Fratelli - ha scandito a braccio il pontefice argentino, come ripercorso dall'Adnkronos - la peste più grande in una congregazione religiosa, in una comunità religiosa, quando i frati non si prendono cura l'uno dell'altro, anzi quando incomincia il chiacchiericcio. Siate uomini consacrati, uomini di Vangelo, ma uomini". E ancora: "Se tu hai qualcosa contro l'altro...abbi i pantaloni di dirgli in faccia le cose o tacere. O quell'altro criterio, dirlo a chi può mettere rimedio, cioè i superiori. Ma non fare dei gruppetti, che questa è la spiritualità del 'tarlo', che fa cadere la forza d una comunità religiosa. Niente chiacchiericcio per favore".

Francesco ha spesso legato l'esistenza del "chiacchiericcio" alla persistenza dell'esistenza di faide dottrinali o meno che siano. Dunque all'edificazione di correnti interne al Vaticano che nulla hanno a che fare con le direttive sull'unità e l'indissolubilità della Chiesa che Bergoglio va ripetendo da quasi nove anni ormai.

Il colpo del ko contro questo problema - un vero e proprio avversario esistenziale per il pontificato di Francesco - secondo l'impostazione del sovrano pontefice, potrebbe essere la nota riforma della Costituzione apostolica che dovrebbe modificare più di qualcosa in termini di assetti, pesi e contrappesi interni della Santa Sede. Ma della riforma sembrano essersi perse le tracce.

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