“Avevamo chiesto autorizzazione al governo francese per attraccare a Marsiglia, ma non c’ha risposto nessuno”. Non è una provocazione, né una dichiarazione fuoriuscita da un personaggio marginale agli attuali casi che riguardano la tematica dell’immigrazione. Si tratta di Carola Rackete, la comandante della Sea Watch 3.
La protagonista, sotto il profilo politico, di questo primo scorcio dell’estate è intervistata nei giorni scorsi da Tomas Statius per Le Nouvel Observateur. Tra i punti più interessanti delle dichiarazioni della ragazza tedesca, emerge per l’appunto quella riguardante il governo francese: “Abbiamo contattato il porto di Marsiglia per sapere se potevamo attraccare. La richiesta è stata inoltrata al prefetto, fino al Presidente della Repubblica. Ma nessuno ci ha risposto. Nessuna risposta è mai arrivata”.
Tutto questo è accaduto durante i giorni più caldi del caso Sea Watch 3: la nave dell’omonima Ong tedesca, dopo aver caricato a bordo dei migranti non lontano dalle acque libiche, punta verso l’Italia ma il nostro governo nega l’accesso nelle acque territoriali.
Scatta quindi il duro tira e molla con il Viminale fermo nella sua decisione: per 12 giorni la Sea Watch 3 rimane in prossimità delle acque italiane, nel frattempo nel nostro paese si scatena la bagarre politica. Matteo Salvini, in qualità di ministro dell’interno, sostiene più volte la linea dura contro le navi Ong, ma le opposizioni bollano questo comportamento come “poco umano”.
La battaglia in questi frangenti è anche giudiziaria: quello della Sea Watch 3 è il primo scontro con una Ong da quando è in vigore il nuovo decreto sicurezza bis. Una norma contro la quale Carola Rackete e l’Ong tedesca ricorrono prima al Tar e poi alla Cedu, ma in tutti i casi i giudici non danno il via libera per l’ingresso della nave in Italia.
Lo scontro politico si fa duro anche sul fronte dei rapporti con l’Europa: il governo italiano, ed in special modo Matteo Salvini, critica un atteggiamento poco solidale da parte delle istituzioni comunitarie. Dal canto loro, diversi governi europei giudicano “irresponsabile” il comportamento dell’Italia.
Tra questi spicca l’esecutivo francese: “Il comportamento del vicepremier e ministro dell' Interno italiano sulla questione migranti non è accettabile. L' Italia non è un paese indegno, ma non è all'altezza sull'accoglienza”. A rilasciare queste dichiarazioni non è certo uno qualunque all’interno dell’Eliseo, si tratta bensì della portavoce del governo francese Sibeth Ndiyaye.
Parole dunque di critica molto dura nei confronti di Roma e di Salvini in particolare per la scelta di negare il via libera alla Sea Watch 3, che non solo le uniche: “Roma fa la scelta di soluzioni non concertate con i suoi partner europei, denunciando una mancanza di solidarietà dell' Europa e dei suoi Stati membri – afferma il ministro dell’interno Christophe Castaner – Salvini ha annunciato una chiusura dei suoi porti in violazione del diritto internazionale del mare”.
Il caso Sea Watch ben si sa poi com’è andato a finire: arriva la forzatura del blocco da parte di Carola Rackete, l’arresto della capitana e la scarcerazione dopo 48 ore di detenzione domiciliare.
Ma le parole della ragazza tedesca sono destinate a fare nuovamente rumore, questa volta contro la Francia: Parigi infatti, proprio mentre denuncia la decisione del governo italiano sul mancato accesso, non risponde alle richieste di attracco a Marsiglia da parte della stessa Carola Rackete.
Dall’Eliseo al momento nessuna conferma, ma nemmeno alcuna smentita.
Proprio come per le richieste della Sea Watch 3, non arrivano risposte da parte di Parigi. E se lo scorso anno, in occasione del caso della nave Aquarius, quantomeno la Francia risponde con un secco No alle richieste delle Ong, questa volta lascia tutto in sospeso e senza alcuna comunicazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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