“Non abbiamo ancora molta esperienza su questo virus e quindi non sappiamo se ci sarà una seconda ondata e nemmeno quando ci sarà”. Lo sottolinea Francesco Trotta, dirigente monitoraggio della spesa farmaceutica dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco).
In un’intervista a ilgiornale.it, l’esponente dell’Agenzia dice che è azzardato fare previsioni future proprio perché “è una patologia nuova e non ne conosciamo bene l’andamento. Poiché tutti i Paesi sono stati colpiti per la prima volta, dobbiamo capire da un punto di vista epidemiologico come si comporterà il virus nel corso del tempo”.
A che punto siamo con il vaccino e quando sarà disponibile?
La disponibilità del vaccino permette di avere un intervento preventivo sulla malattia. La comunità scientifica e le aziende stanno lavorando per ottenerlo. Al momento si stanno completando le prime sperimentazioni sull’uomo. Questi test definiranno quali sono i candidati vaccini che andranno a completare il processo clinico, al fine di avere i prodotti più promettenti disponibili per la valutazione e per la registrazione da parte delle Agenzie regolatorie. Nella comunità scientifica c’è il consenso prevalente che all’inizio del prossimo anno arriveremo ad ottenere i primi consistenti risultati sull’uomo, sui candidati vaccini attualmente in fase di sperimentazione.
L’Aifa ha sospeso l’uso dell’idrossiclorochina e 140 medici italiani hanno fatto istanza all’Agenzia e al ministero della Salute chiedendo di utilizzarlo nella fase precoce della malattia. È utile in questa fase? Quali sono le conseguenze del farmaco nel corpo?
Siamo a conoscenza di questa nota inviata dai 140 medici. In realtà l’Agenzia ha sospeso la rimborsabilità del farmaco a carico del SSN (Servizio Sanitario Nazionale ndr) per il trattamento nei pazienti positivi al Sars-Cov-2. Questa decisione è originata dalla valutazione delle evidenze disponibili che, allo stato attuale, suggeriscono una efficacia nulla dell’idrossiclorochina nel trattamento del Covid-19. È importante sottolineare che gli studi clinici autorizzati sull'idrossiclorochina in Italia sono diversi e stanno proseguendo. Qualora dovessero emergere ulteriori dati sul potenziale beneficio di questa molecola, saranno resi disponibili e saranno tenuti in considerazione ai fini della valutazione dell’Agenzia. L’idrossicolorochina non è efficace, nemmeno nella fase precoce della malattia. Tuttavia con l’aumentare dei pazienti esposti alla molecola, aumenta la frequenza degli effetti avversi noti a carico di questo trattamento.
Quali sono attualmente i farmaci più efficaci nella lotta al coronavirus?
I farmaci in studio sono tanti. L’Agenzia ha promosso l’avvio di numerosi test clinici, che si possono consultare sul sito. Gli studi iniziati su circa 20 molecole diverse sono in corso e al momento le evidenze si concentrano sul farmaco remdesivir. È un antivirale che ha dimostrato un beneficio, seppur limitato, nel trattamento della patologia infettiva, attraverso i primi risultati arrivati da studi clinici avviati in precedenza. Questo farmaco è in valutazione da parte dell’Agenzia regolatoria europea ed è quello su cui attualmente ci sono i maggiori risultati.
A che punto siamo con la terapia del plasma iperimmune?
È stato chiesto all’Agenzia di dare il suo contributo alla promozione di questo studio in collaborazione con gli altri enti nazionali e strutture territoriali. È un protocollo approvato di recente e ora siamo nella fase di inizio dello studio clinico. Sono coinvolte diverse decine di centri su tutto il territorio nazionale. Si tratta di centri clinici e trasfusionali, che arruolano i pazienti all’interno di questa sperimentazione.
Lasciamo che lo studio sia completato e valuteremo gli esiti che arriveranno da questo lavoro per capire se il plasma iperimmune è un’opzione terapeutica valida ed efficace per il trattamento dei pazienti che presentano l’infezione da Sars-Cov-2.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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