Medici senza frontiere ora sfida il governo. E tira dritto. "Non abbiamo accettato il codice perché non tutela il nostro lavoro e poi c'è già la legge internazionale che regolamenta il tutto. Noi continueremo comunque a lavorare nel Mediterraneo, ma al momento non ho capito cosa comporterà questa mancata firma". Gabriele Eminente, direttore generale di Medici Senza Frontiere, spiega così, ad Agorà estate su Rai3, il perché della mancata firma sul codice di condotta sui salvataggi in mare.
"Msf non ha problemi a fornire i dati e collaborare con la guardia costiera, tanto che l'anno scorso siamo stati noi a proporre per primi un intesa su questo fronte, ma non possiamo permettere che salgano sulle nostre navi delle persone armate. È una cosa che non permettiamo in nessuno dei Paesi nei quali operiamo", ha aggiunto Eminente.
Il Viminale ieri ha spiegato che "l'aver rifiutato l'accettazione e la firma pone quelle Ong fuori dal sistema organizzato per il salvataggio in mare, con tutte le conseguenze del caso concreto che potranno determinarsi a partire dalla sicurezza delle
imbarcazioni stesse".A non siglare l'accordo anche la tedesca Jugend Rettet, presente alla riunione, e la Proactiva open arms. Le altre cinque organizzazioni internazionali invitate al tavolo, invece, hanno snobbato l'Italia.
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