Indovinello: perde il pelo ma non il vizio, ma non si tratta del solito lupo. Che bestia è? È il risultato del connubio fra alcuni magistrati e alcuni giornali e giornalisti. Ma non avevamo detto che era morta? Abbiamo sbagliato: è viva e vegeta. Le prove? Il Fatto, organo dei Cinque Stelle e sponsor dell'avvocato Giuseppe Conte, sbatte in prima pagina e dà in pasto al pubblico tutti i movimenti entrate e uscite - del conto corrente bancario di Matteo Renzi, l'odiato nemico che ha buttato giù il governo Conte, subito sostituito da Mario Draghi. La magistratura indaga sulla fondazione Open e Renzi è indagato per finanziamento illecito ai partiti. La vera indecenza sta nel Fatto che un giornale sia in grado di pubblicare e mettere in piazza la vita pubblica e privata di un senatore ed ex presidente del Consiglio, il quale ha peraltro sempre detto quanto guadagnava e su cui pagava le tasse. Si tratta di una cifra piuttosto importante, poco più di due milioni di euro, giustificata dalle ricevute per le royalties dei libri pubblicati e le conferenze che nel mondo liberale occidentale sono la prima fonte di guadagno di ex premier o presidenti, come ad esempio Tony Blair o Bill Clinton.
Allora, può dirci il Fatto, nemico di Matteo Renzi e sostenitore di Giuseppe Conte, come si è procurato la documentazione dell'inchiesta con allegati e dettagli che dovrebbero essere segreti? Ci risiamo con la solita storia delle procure (alcune) che fanno politica a braccetto con alcuni selezionati giornali e giornalisti? Dalla lettura del Fatto scopriamo poi un'altra coincidenza: i testimoni d'accusa contro Matteo Renzi sono, guarda un po', proprio i suoi nemici politici. Oltre a Rosy Bindi, ecco Bersani che a domanda risponde: «Decisi di interrompere le cene di finanziamento al partito» a causa dell'inchiesta Mafia Capitale che consigliava prudenza. Geniale.
Bersani spiega che Matteo Renzi non gli piaceva perché aveva «una piattaforma politica molto aggressiva nella raccolta fondi» e poi non gli sembrava di sinistra. Morale: mentre l'Europa ci ingiunge di rifondare il nostro sistema giudiziario perché indegno dei Paesi civili, tutto seguita allegramente come prima. E non perché «ce lo chiede l'Europa».Ma proprio il contrario.
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