Cinquantuno persone in manette a Roma. Una maxi operazione che ha permesso per la prima volta di fornire prove concrete dell'esistenza di un'associazione di stampo mafioso nella Capitale. A fare le spese del blitz delle forze dell'ordine le famiglie dei Fasciani, Triassi e D'Agati, da anni parti non belligeranti di una pax mafiosa che ha permesso di spartirsi le zone d'influenza e controllare il giro di malaffare dell'Ostiense.
L'operazione della Mobile romana sarebbe riuscita ad assestare un colpo mortale alla cupola mafiosa attiva a Roma. Il lavoro degli agenti ha permesso di seguire tutte le attività criminali delle organizzazioni, dall'affiliazione di un nuovo membro agli accordi di spartizione, fino alla pianificazione di omicidi destinare a ripristinare catene di comando interrotte.
Per quasi un ventennio - è stato ricostruito - criminalità romana e siciliani legati a Cosa Nostra hanno gestito gli affari illeciti. A spartirsi le attività tre famiglie distinte. Quella dei Fasciani, capeggiata da Carmine, quella dei Triassi (della famiglia mafiosa Cuntrera-Caruana) e un altro gruppo legato strettamente a Cosa Nostra, da anni a Ostia.
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