Ore di attesa per l'ultimo viaggio della Concordia, che martedi - condizioni meteo permettendo - trainata "dolcemente" dai rimorchiatori salperà dall'Isola del Giglio alla volta di Genova. Intanto dal relitto, tornato a galleggiare grazie ai "cassoni" pieni di aria a cui è stato agganciato, riaffiora la scritta rimasta nascosta per due anni e mezzo: Costa Concordia. E dopo lo spostamento tornano a riva anche alcuni reperti: una boa, un sacco con un paio di pantaloni e un giubbotto salvagente. Sopra a tutti il logo di Costa, ad indicarne l’origine. Sono fuoriusciti dalla nave e arrivati nel pomeriggio di ieri sulla spiaggia dell’Arenella, nascosta da un promontorio dietro la scogliera dell’isola del Giglio dove la nave da crociera si è adagiata nel gennaio 2012 ed ora è stata rialzata. Tre oggetti, inattesi, portati dalle onde, tra la sorpresa dei villeggianti, che subito hanno twittato in rete le immagini. Tre oggetti prontamente recuperati dagli uomini della Titan Micoperi. Appresa in serata la notizia, la presidente dell’Osservatorio di Costa Concordia, Maria Sargentini, dirigente della Regione Toscana, ha chiesto controlli e verifiche immediate. Qualsiasi rifiuto che fosse fuoriuscito dalla nave dovrà essere rimosso.
Le concomitanze per quel che è successo possono essere varie, spiegano i tecnici. La carcassa della nave si sta rialzando e l’acqua dei ponti fino a ieri sommersi drena all’esterno. C’era anche il mare mosso in questi giorni. Con i venti che si preparavano a girare, da maestrale a scirocco, le panne assorbenti di protezione messe intorno al relitto sono state in parte spostate, per evitare che subissero danni, e così nelle barriere attorno al relitto si potrebbe esser creato un varco, magari solo momentaneo. "Poteva accadere - scrive la Regione Toscana in una nota -. È accaduto e non per forza è un dramma. Si tratta solo di tre casi al momento. In un isola nel nord dell’Olanda, a Terschelling, con gli oggetti portati dal mare e raccolti sulla loro spiaggia si sono inventati un museo. L’importante adesso per l’Osservatorio è verificare e rimuovere, dalla riva e dai fondali, quanto è fuoriuscito dalla nave".
Più grave lo sversamento di idrocaburbi che si è verificato ieri sera attorno alle 23. I liquidi sono stati contenuti dalle panne assorbenti e l’area è già stata ripulita. Lo sversamento, sostengono i tecnici, è avvenuto nella zona di centro-poppa della nave, sul lato di dritta e, in ogni caso, si è trattato di uno sversamento contenuto. "È stato immediatamente attivato il team oil spill response - dice Costa - che, attraverso l’impiego di panne assorbenti ha provveduto a ripulire l’area". Le panne sono già state sostituite e gli uomini dell’Arpat e dell’Ispra hanno già effettuato dei campionamenti per verificare la qualità delle acque". 538em;">I tecnici hanno inoltre effettuato una serie di verifiche alla struttura della nave per escludere la possibilità che vi fossero delle falle. I controlli, dice Costa, "non hanno evidenziato alcuna lesione allo scafo e neppure alle flange utilizzati" per lo svuotamento dei serbatoi.
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